Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/284

Anno 284

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Anno di Cristo CCLXXXIV. Indizione II.
CAIO papa 2.
CARINO imperadore 2.
NUMERIANO imperadore 2.
DIOCLEZIANO imperadore 1.
Consoli

MARCO AURELIO CARINO AUGUSTO per la seconda volta e MARCO AURELIO NUMERIANO AUGUSTO.

Il Panvinio2674 e il Relando2675, che mettono anche Numeriano Augusto console per la seconda volta, lavorano sul supposto ch’egli fosse sostituito console nell’anno precedente; il che dissi non aver fondamento. Certamente tutti i Fasti e le leggi ed altre antiche memorie parlano bensì del secondo consolato di Carino, ma ciò non dicono di Numeriano. Così nelle medaglie2676 il troviamo appellato solamente CONSVL, e non già consul II. Puossi perciò riputar falso quel marmo che vien citato dal Panvinio col consul II. Si trova prefetto di Roma in questo e nel seguente anno Caio Ceionio Varo. Riconosciuti furono per imperadori in Roma e in tutte le provincie i due fratelli Carino e Numeriano, ed abbiam leggi pubblicate in quest’anno col nome di amendue. Resta tuttavia incerto s’essi venissero a Roma. Si crederebbe di sì, all’udir Vopisco2677, il quale racconta di aver veduti dipinti i giuochi romani celebrati da loro con rarità di musiche e divertimenti teatrali, e questi nella città di Roma: tuttavia le apparenze sono che dalle Gallie non venisse sì tosto in Italia Carino, e che a Numeriano2678 non restasse tempo di ritornarci. Imperciocchè mentre esso Numeriano era in viaggio alla volta dell’Italia, e, secondo Sincello2679, si trovava in Eraclea della Tracia, tolta gli fu la vita. Aveva egli presa in moglie una figlia di Arrio Apro prefetto del pretorio, cioè di un personaggio che moriva di voglia di esser imperadore; e coll’autorità del suo grado e colla confidenza di suocero, sperava facile l’ottenere il suo intento, sagrificando il giovinetto Numeriano alla sua ambizione. Costui lo aveva spinto ad inoltrarsi nel paese de’ Persiani, lusingandosi di farlo perire in quella impresa per man de’ nemici. Non ebbe effetto la mina. Avvenne2680 che Numeriano fu sorpreso da mal d’occhi, per cui non si lasciava vedere, e viaggiava chiuso in una lettiga, ritornando coll’armata dalla Persia. Si servì di questa occasione Apro per uccidere il genero Augusto, conducendo poi il di lui corpo per più giorni in quella lettiga, come se fosse vivo, per fare intanto de’ maneggi affin di salire sul trono. Non è sì facile il capire come alla uffizialità si potesse per tanto tempo nascondere un imperadore, morto, non nel suo palagio, ma in una marcia. Finalmente il fetore del cadavere scoprì il fatto, ed accorgendosi ognuno che non si poteva imputare se non a frode del capitano delle guardie, cioè ad Apro, lo aver tenuta così occulta la morte del principe, fu egli preso e condotto avanti alle insegne e schiere messe in ordinanza. Si tenne un’assemblea di tutta l’armata, ed, alzato un tribunale, si cominciò a trattar di eleggere un altro che fosse buon principe, ed insieme giustissimo vendicatore della morte di Numeriano. Concorsero i voti dei più nella persona di Diocleziano, capitano allora della guardia a cavallo de’ domestici, di cui parleremo all’ [p. 1007 modifica]anno seguente. Dall’anno presente appunto prese principio l’era di Diocleziano, appellata anche de’ Martiri, e celebre nella storia della Chiesa. Salito dunque Diocleziano sul palco, e proclamato Augusto, mentre i soldati faceano istanza di sapere chi fosse stato l’uccisore del principe, giurò egli prima di non aver avuta parte nella morte di lui; poi, messa mano allo stocco, lo piantò nel petto ad Apro, con dire: Costui è quegli che ha tolto di vita Numeriano. Gloriavasi egli dipoi2681 di avere ucciso un Apro, cioè un cignale. Il dire Giovanni Malala2682 che Numeriano dopo la morte del padre riportò delle vittorie contro i Persiani, può aver qualche sembianza di verità; ma non già il soggiugnere che egli, assediato nella città di Caras dai Persiani, fu preso da essi, ucciso e scorticato, con tenere dipoi la di lui pelle come un trofeo di gloria per loro, di vergogna per gli Romani. Son qui attribuite a Numeriano le disgrazie di Valeriano Augusto. Zonara2683 rapporta bensì questa tradizione, ma aggiugne l’altra più fondata ch’egli fu ucciso da Apro. Nella Cronica poi di Alessandria2684 è corso doppio errore, perchè Carino, e non già Numeriano, vien detto da’ Persiani. Trovandosi una legge di Diocleziano Augusto, data nel dì 15 di ottobre di quest’anno2685, se ne deduce che nel settembre accadesse la morte di Numeriano e l’innalzamento di Diocleziano, con restar tuttavia vivo e in forze l’imperadore Carino. Ed ecco due competitori Augusti, e, per conseguente, guerra civile fra i Romani. Il peggio fu che anche un terzo concorse a questo mercato, cioè Giuliano Valente2686, il quale essendo Correttore della Venezia, appena udì la morte di Caro Augusto, che prese la porpora e il titolo d’Imperadore. Sicchè tre emuli si videro disputare il dominio del romano imperio. In Roma fu compianta la morte di Numeriano, giovane universalmente amato per le sue buone qualità, fra le quali si contava ancora l’eloquenza2687, dicendosi che egli componesse delle declamazioni; e fosse anche sì eccellente nella poesia, che superasse tutti i poeti del suo tempo. Una medaglia (se pure è legittima) vi ha2688, in cui si trova la di lui deificazione; e che Roma continuasse dopo la di lui morte a riconoscere per imperadore suo fratello Carino Augusto, senza far caso di Diocleziano e di Giuliano Valente, pare che non se ne abbia a dubitare.




Anno di Cristo CCLXXXV. Indiz. III.
CAIO papa 3.
CARINO imperadore 3.
DIOCLEZIANO imperadore 2.
Consoli

MARCO AURELIO CARINO AUGUSTO per la terza volta ed ARISTOBOLO; CAIO AURELIO VALERIO DIOCLEZIANO AUGUSTO per la seconda volta in Oriente.


Ancorchè le leggi spettanti a questo anno, e riferite dal Relando2689, ed anche i Fasti antichi solamente ci esibiscano consoli ordinarii nell’anno presente Diocleziano Augusto per la seconda volta ed Aristobolo, si ha nondimeno, a mio credere, da tenere che Carino Augusto per la terza volta nelle calende di gennaio procedesse console insieme con Aristobolo. Siccome osservò il cardinal Noris2690 coll’autorità di Vittore, Aristobolo era prefetto del pretorio di Carino, e fu ai di lui servigi sino alla di lui morte, succeduta, siccome diremo, in quest’anno. Come dunque può stare che Aristobolo procedesse console con