Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/246

Anno 246

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Anno di Cristo CCXLVI. Indizione IX.
FABIANO papa 11.
FILIPPO imperadore 3.
Consoli

Presente ed Albino.


Da che fu giunto Filippo a Roma, ben sapendo, altro non meritar le azioni sue che l’odio universale2130, si studiò in tutte le forme di guadagnar l’affezione delle milizie e del senato. Nelle monete2131 dell’anno precedente si parla della sua liberalità, e Zosimo attesta ch’egli con gran profusione d’oro rallegrò2132 l’avidità de’ soldati. Al senato romano parlò con somma benignità, promettendo gran cose; e certo quel poco che resta di notizie a lui spettanti, ci rappresenta ben questo principe ambizioso ed anche superbo, ma non già crudele. Parlava egli sempre di Gordiano con onore, nè alcun oltraggio mai fece alle di lui statue e memorie. Solamente abbiamo da Capitolino2133 che la magnifica casa di Gneo Pompeo, posseduta dai Gordiani, fu occupata sotto Filippo dal fisco imperiale. Tuttavia, non fidandosi de’ Romani, i principali impieghi conferiva egli ai proprii parenti. Per questo diede il comando dell’armi in Soria a Prisco suo fratello, e quello della Mesia e Macedonia a Severino padre di sua moglie, persone poco atte a farsi ubbidire e rispettare: il che influì col tempo alla di lui rovina. Credettero il Mezzabarba2134 e il Bianchini2135 che Filippo in quest’anno rompesse la pace co’ Persiani, e non deponesse l’armi, se non dappoichè la Mesopotamia e l’Armenia furono restituite al romano imperio. Ma, siccome vedemmo, questa partita è presa di peso da Zonara, storico di poca esattezza. Era la potenza de’ Persiani tale da non lasciarsi far paura da grosse armate, non che dalle poche milizie che furono lasciate allora di guarnigione nella Soria. Però questa guerra seconda col re di Persia siam dispensati dal crederla vera. Quel sì, che sopra buon fondamento si truova appoggiato, ma che io non so dire se appartenga all’anno presente o pure al seguente, si è il movimento de’ Carpi, popoli barbari forse dalla Sarmazia2136. Costoro, fatta un’irruzione da’ luoghi vicini al Danubio, portavano la desolazione in quelle parti. Filippo, per farsi credito co’ Romani, in persona passò colà con un buon esercito, e venuto con quei Barbari alle mani, gli sconfisse. Ritiraronsi molti d’essi in un castello, a cui fu posto l’assedio. Ma raccolte di nuovo le lor forze, tentarono un altro combattimento, che non fu per loro più felice del primo, per l’empito de’ Mori militanti nell’armata romana. Però fecero istanza di pace e lega: al che avendo, senza farsi molto pregare, acconsentito Filippo, restituita la quiete a quelle provincie, se ne ritornò tosto a Roma. Alcune medaglie, portate dal Mezzabarba2137 sotto il presente anno, parlano di una allocuzione fatta da Filippo all’esercito, e di una sua vittoria, che ragionevolmente si può riferire alla suddetta impresa. Ma io non me ne assicuro, perchè in un’iscrizione del Fabretti2138, spettante all’anno seguente, Filippo Augusto è chiamato proconsole: titolo dato agl’imperadori allorchè erano in qualche spedizion militare.