Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/209
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Anno di | Cristo CCIX. Indizione II. ZEFIRINO papa 13. SETTIMIO SEVERO imperad. 17. CARACALLA imperadore 12. SETTIMIO GETA imperad. 2. |
POMPEJANO ed AVITO.
Il Relando1745 e il padre Stampa1746 chiamano questi consoli Civica Pompejano e Lolliano Avito, fondati sopra una iscrizione rapportata dal Gudio. Ma io, che non so fidarmi delle merci gudiane, meglio ho riputato di mettere solamente i loro indubitati cognomi. Nè serve il dire che Capitolino1747 fa menzione di Lolliano Avito consolare, in parlando di Pertinace. Quell’Avito, se di lui si parlasse qui, il mireremmo appellato console per la seconda volta. Arrivato1748 che fu Severo Augusto nell’Isola Britannica, la sua presenza e le poderose forze ch’egli avea condotto seco, misero lo spavento in cuor di que’ Barbari; e però non tardarono a spedirgli degli ambasciatori, per giustificarsi e per chiedergli pace. Ma Severo, che tanto s’era scomodato per andargli a trovare affin di conseguire la gloria d’essere intitolato Britannico, non volea già pace, ed unicamente cercava la guerra; perciò li rimandò colle mani vuote, ed attese a mettersi in ordine con tutti gli attrecci militari, con ponti ed altri ordigni, per sottomettere il loro paese1749. Possedevano allora i Romani più della metà della Bretagna presa nella sua lunghezza, che vuol dire, tutta la parte meridionale, cioè il più e il meglio di quella che oggidì appelliamo Inghilterra e Scozia, giugnendo il dominio loro almen sino allo stretto di Edemburgo. Dione ed Erodiano ci lasciarono una descrizione de’ popoli che restavano tuttavia esenti dal giogo romano, i principali de’ quali erano i Meati e i Calidonii, gente di costumi barbari, feroce e bellicosa, nudi dalla cintura in su, col corpo dipinto, andando alla guerra armati solamente d’una corta lancia, d’uno scudo e di spada da punta. Le loro abitazioni erano sotto le tende fra aspre montagne e fra paludi, perchè niuna città o borgo si trovava fra essi. Lasciò Severo il minor suo figlino lo Geta per governatore del paese romano, con formargli un consiglio di alcune savie persone; ed egli col figliuolo maggiore Caracalla marciò alla guerra. Delle imprese sue dirò quel poco che sappiamo all’anno seguente.