Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/165

Anno 165

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Anno di Cristo CLXV. Indizione III.
SOTERE papa 4.
MARCO AURELIO imperad. 5.
LUCIO VERO imperad. 5.
Consoli

LUCIO ARRIO PUDENTE e MARCO GAVIO ORFITO.

Più strepitosi ancora furono i fatti de’ Romani in quest’anno nella guerra contra de’ Parti1234. Avidio Cassio, che comandava la grande armata romana in faccia ai Parti, gittò un ponte sull’Eufrate, come già fece Trajano, e, ad onta loro, passò coll’esercito nella Mesopotamia, inseguì i fuggitivi, e mise quelle contrade sotto l’ubbidienza de’ romani Augusti. Fra le sue conquiste massimamente famosa divenne quella di Seleucia, città popolatissima e ricca sul Tigri, tale che, se non abbiam difficultà a credere ad Eutropio1235 e a Paolo Orosio1236, era abitata da quattrocento e più mila persone. Si rendè amichevolmente quel popolo a Cassio, senza voler aspettare la forza, ma l’iniquo generale che voleva pur rallegrare l’armata col sacco di sì doviziosa città, trovò de’ pretesti ed inventò delle querele, tanto che si effettuò lo scellerato suo disegno colla rovina di quel popolo, e coll’incendio dell’intera città, in cui, anche a’ tempi di Ammiano Marcellino1237, si miravano le vestigia di così crudele azione. Nulladimeno attesta Capitolino1238, che Asinio Quadrato, scrittore di questa guerra, discolpa Cassio, e rigetta sopra i Seleuciani, come primi a romper la fede, l’origine della loro sciagura. In dubbii tali la presunzione corre contra chi ha l’armi in mano, e facendo quel mestiere per arricchire, ed anche per altri fini obbrobriosi, facilmente dimentica tutte le leggi dell’umanità, per ottenere l’intento. Qui non si fermò la vittoria di Cassio. Passato il fiume Tigri, entrò ancora in Ctesifonte, capitale del regno de’ Parti, e in Babilonia, città famosa di quei tempi. Rimasero spianati tutti i palazzi che Vologeso avea in Ctesifonte, acciocchè anch’egli imparasse, al pari di suo padre, a rispettare la maestà del romano imperio. Scrive Luciano1239, autore di questi tempi, una gran battaglia succeduta a Zaugma presso l’Eufrate fra i Romani e i Parti, colla totale disfatta degli ultimi; e poi per deridere gli storici adulatori, aggiugne che vi morirono trecento settantamila Parti, e de’ Romani solamente tre furono i morti, e nove i feriti. Secondo il medesimo Luciano, anche Edessa fu assediata dai Romani. Per tal vittoria i due fratelli Augusti presero il titolo d’imperadori per la terza volta, siccome ancora il cognome di Partici. Fu di parere il padre Pagi1240 che si terminasse in quest’anno essa guerra partica, e che Lucio Vero Augusto si restituisse a Roma, fondato sopra la credenza, che nell’anno 161 avesse principio quella guerra: il che non è certo. Alcuni pensano che all’anno seguente s’abbia da riferire tanto il fine d’essa guerra, quanto il ritorno di Lucio Vero, e questa giudico io più probabil opinione.