Andria/Atto terzo/Scena IV
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DAVO, SIMONE, CREMETE.
- Davo
- Io veniva da voi.
- Simone
- Che v’ ha di nuovo?
- Davo
- Perchè non si chiama la sposa? E’ può
Star poco a farsi notte.
- Simone
- Udite voi?
Davo, fin’ora io ho molto temuto
Essendo innamorato il mio figliuolo,
Che tu non mi tendessi qualche tua
Ragna, come è l’ usanza per lo più
De’ famigli.
- Davo
- Io sarei uomo da questo?
- Simone
- Così ho creduto: e per questo sospetto
Io v’ho tenuta segreta una cosa,
Ch’or vi dirò.
- Davo
- Che cosa è questa?
- Simone
- La
Saprai; poichè cominciò averti qualche
Fede.
- Davo
- Alla fine avete pur veduto
Quel, ch’ io sono.
- Simone
- Le nozze non dovevano
Farsi.
- Davo
- Che? Come no?
- Simone
- Ma per tentarvi
Io le finsi.
- Davo
- Oh, che dite?
- Simone
- La faccenda
Sta così.
- Davo
- Vedi vedi ed io non seppi
Accorgermene mai; oh siete astuto!
- Simone
- Ascolta: quando io t’ ho mandato in casa;
Mi dette appunto innanzi qui Cremete.
- Davo
- Domin’ Siam noi forse diserti?
- Simone
- Contogli
Quelle cose, che tu testè m’hai pure
Contate.
- Davo
- Che mai sento?
- Simone
- E ne lo prego,
Che conceda sua figlia al mio, e appena
Lo svolgo.
- Davo
- Oime, son morto.
- Simone
- Che hai tu detto
Là?
- Davo
- Dico: che ciò stette molto bene.
- Simone
- Or per sua parte tutto è in punto.
- Cremete
- Io vo
Dibotto a casa, acciocchè si apparecchino
Le cose, e tornerò a darvi avviso.
- Simone
- Ora ti prego, Davo; poichè solo
Tu se’ stato cagione, che si facciano
Le nozze.
- Davo
- Io certo solo.
- Simone
- Fa ogni opera,
Che mio figlio ritorni da quì avanti
Al buon cammino.
- Davo
- E lo farò con tutto
Lo sforzo.
- Simone
- E’ ti sarà ora più agevole
Finchè gli dura lo sdegno con lei.
- Davo
- State sopra di me.
- Simone
- Via dunque. O dove
Sarà egli?
- Davo
- Dovrebbe essere in casa.
- Simone
- Ora anderò a trovarlo, e gli dirò
Le medesime cose, che ho dette
A te.
- Davo
- Io son disfatto. Che rifugio
Avrò per non andar dirittamente
A volgere la macina. Non ci è
Più modo di pregare. Ecco ogni cosa
Posta da me in garbuglio, Ho trappolato
Il Padrone. Ho intricato in queste nozze
Il suo figliuolo, e l’ ho fatte conchiudere
Contra speranza di quello, e a dispetto
Di quest’ altro. Io su le mie astutezze.
S’io fossi stato queto, non sarebbe
Accaduto alcun male. Ecco, ch’ ei viene.
Son disperato. O fosseci qui qualche
Loco da nabbissarmi a rompicollo.