Amore amaro, a morte m'hai feruto
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
a cura di Guido Zaccagnini, Amos Parducci
XIII secolo
Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento
IX
Amore gli renda piú pietosa la sua donna.
Poeta. Amore amaro, a morte m’hai feruto:
tuo servo son, non ti fi’ onor s’i’ pèro.
Amore. Ver è, ma vedi ben che l’ha voluto
quella da cui son nato e per cui fero.
5 Or ell’ha di valor pregio compiuto
e di beltá sovr’ogne viso clero:
e però guarda non gli aggi falluto
di vista o di parlare o di pensero.
Poeta. Merzede! Amor, non dir: tu lei m’hai dato;
10e sai piú di me che non sacc’eo:
falli sentir per certo ciò ch’eo sento.
Forse ch’avrá pietate del mio stato:
al colpo periglioso del cor meo
dara’li cura: giá non vi sie lento.