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Alessandro Manzoni - studio biografico Proemio
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A FEDERICO MAX MÜLLER

Professore nella Università di Oxford
e Curatore della Taylorian Institution.


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Illustre Amico,

Nessuno meglio di Voi potrebbe dire in qual modo sia nato inaspettatamente questo mio nuovo tenue volume. Chè, se mia fu la scelta del tèma, Vostro fu il merito, posto che il libro non accresca i miei torti verso le lettere, se mi venne fornita l’occasione di scriverlo. E quale occasione! La più solenne che amor proprio di autore potesse ambire. Nè contento di avermi coi vostri insigni colleghi, i Curatori di codesta illustre Tayloriana Istituzione intesa a promuovere fra gli Inglesi lo studio delle lingue e delle letterature moderne, messo in condizione di ragionare per tre volte, innanzi ad un pubblico veramente eletto, intorno al sommo fra i nostri scrittori contemporanei, la vostra bontà e cortesia volle non pure che, tra le agiatezze della vostra casa ospitale, io dimenticassi in Inghilterra la mia condizione di straniero, ma ancora che, nelle vostre domestiche contentezze, se pure visibilmente contristate da un amaro ricordo, io vedessi, in alcune parte, [p. 2 modifica]l’immagine di quelle vivissime che mi attendevano al mio ritorno in patria. A Voi, illustre concittadino ed ammiratore di quel Goethe che diede al Manzoni nostro il vero battesimo della gloria, a Voi avvezzo, dal cielo olimpico e luminoso in cui spaziate, a contemplar le cime più ardue di quell’açvattha infinito, ch’è l’albero della scienza, non increscerà, io spero, dopo avere, con la vostra costante benevolenza accresciuto coraggio al vostro amico lettore, se io sono in qualche modo riuscito a presentarvi del Manzoni un ritratto abbastanza fedele, ritrovacelo nuovamente innanzi come figura degna di Voi; questo ritratto, in ogni maniera, nel mio desiderio Vi appartiene, se non altro come ricordo di quegli obblighi di sentita gratitudine, per i quali sono lieto io medesimo di non esservi più intieramente straniero.

Con questi sentimenti, gradite, illustre amico, il libro che Vi invio con la fiducia, non vorrei dire solamente [p. 3 modifica]speranza, che ne durasse lungamente in Voi la memoria, se non per alcun merito particolare del biografo, almeno sicuramente per la nobiltà della vita intellettuale che impresi a descrivere, dalla quale, fin che le nuove generazioni deriveranno luce ed esempio, le lettere continueranno sempre a sostenere il loro desiderabile e necessario ufficio d’instauratrici amabili e generose di ogni civile sapienza.




Il vostro
Angelo De Gubernatis.