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Donna, due lustri compie omai ch’io posi
al mio tragico ardir meta perenne,
e il pugnale e il coturno in un deposi
d’Apollo al piè con pio voto solenne.
Ebbi il tuo nome, allor ch’io Mirra esposi,
propizia vela alle mie stanche antenne:
intitolarti or quindi in me proposi
il men reo fior del mio tradur decenne.
Specchio a te stessa e l’una e l’altra Alceste,
cui dagli Ellénj modi ai Toschi adatto,
io ti consacro: ultimo don fian queste.
Deh, tregua dando il Tempo al vol suo ratto,
sorte a me pari al buon Feréte appreste,
s’io nell’un dei due Adméti ho me ritratto!
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Firenze. Decembre. 1798.