greco

Anonimo Antichità 1873 Lorenzo Pozzuolo Indice:Esiodo - Poemi, 1873.djvu letteratura Agone nel canto Intestazione 25 aprile 2025 100% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta I poemi di Esiodo (Pozzuolo)
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AGONE NEL CANTO.

[p. 251 modifica]Immagine dal testo cartaceo

Esiodo.
Omero, germe di Meleto, a cui
L’alto intelletto d’un Iddio fu dato,
Dimmi in prima, che più giovi agli umani.
Omero.
Non aver scettro per gli umani è il meglio,
O avuto appena, traboccare all’Orco.
Esiodo.
Dimmi, ti prego ancor, divino Omero,
Qual credi tu del cor piacer più vivo?
Omero.
Se in braccio a viva gioia è un popol tutto,[1]

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E convivanti in ordine disposti,
Posati a mensa di vivande onusta
Ascoltino un cantor, mentre il pincerna
Schietto liëo dai crateri attinge,
E ai banchettanti ne ricolma i nappi:
Del cor sommo piacer reputo questo.[2]
Esiodo
I passati, i presenti e i dì futuri.
Dimmi, o Musa, mutando obietto al canto.
Omero
Gli scalpitanti corridori intorno
Di Giove all’ara, e di vittoria aneli
Non mai per urto infrangeranno il cocchio.
Esiodo
Si cibâr poscia di bovine carni,
E i destrier le criniere....
Omero
Udîr che molli
Le aveano di sudor sazi di pugna.
Esiodo
E i Frigi fra i nocchieri i più valenti....

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Omero
Tolser sul lido ai predator la cena.
Esiodo
L’arco curvo di dosso Ercol si sciolse....
Omero
Onde tutti i giganti al suol distese.
Esiodo
Figlio d’un prode è questi e d’un’imbelle.....
Omero
Madre, perchè la guerra odia ogni donna.
Esiodo
Quando i tuoi genitor giacquero insieme....
Omero
Mi vestîr queste carni in molle amplesso.
Esiodo
Appena spoglia del virgineo fiore
Dïana faretrata....
Omero
Un telo trasse
Dal fulgid’arco, e a Callistóe diè morte.

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Esiodo.
Ei così vivandaro il giorno intero
Null’avendo...
Omero.
Di proprio: a loro il desco
Imbandì Agamennón duce di prodi.
Esiodo.
Come cenâr, nel cenere riarso....
Omero.
Del bove ucciso le bianch’ossa uniro.[3]
Esiodo.
Così del Simöente al margo assisi....
Omero.
Vegliam rivolti alla città dei Frigi.
Esiodo.
Andiamo a piaggia, gli omeri muniti....
Omero.
Di lunghi giavellotti e acciar con elsa.
Esiodo.
Garzon valenti allor dall’onde irose....

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Omero.
Salvâr la ratta prora alacri e pronti.
Esiodo.
Poichè giunsero a Colchi, al rege Eeta...
Omero.
Fuggîr: chè inospitale, empio il trovaro.
Esiodo.
Ma bevuto ed emesso il salso umore....
Omero.
Scioglieano l’ali alla veloce antenna.
Esiodo.
Ma esorava la morte a tutti Atride....
Omero.
Non la morte fra l’onde: e lor dicea....
Esiodo.
Cibatevi, stranier, bevete, niuno
Di voi rieda alle patrie amate piagge....
Omero.
Oltraggiato da me, ma salvo rieda.
Esiodo.
A questo solo or mi rispondi: quanti

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Cogli Atridi partiro Achivi ad Ilio?
Omero.
Cinquanta erano i fuochi; in ciascun fuoco
Cinquanta spiedi, in ogni spiedo infitti
Frusti di carne pur cinquanta: or nove-
Cento per ogni frusto eran gli Achivi.[4]
Esiodo.
Di Meleto figliuolo, Omer, se caro,
Qual la fama sonò, t’hanno le Muse
Figlie del magno e sommo Giove, or dimmi
In dolci note: che miglior tu credi,
Che peggior per gli umani? udirlo io bramo.
Omero.
Di Dio progenie, Esiodo, a me ben grata
Inchiesta muovi, e volentier rispondo.
Porre un freno a se stesso, ecco il più bello;
Sempre a se stesso compiacere in tutto,
Ecco la cosa più nemica all’uomo:
Se altro da me brami saper, mel chiedi.
Esiodo.
In qual città, fra quai costumi è bella

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La vita?
Omero.
Ove abborrito è il turpe lucro,
E onorato il dabbene, ove giustizia
I malvagi colpisce, ove agli Dei,
(Ch’è la prima virtude) alzansi preghi.
Esiodo.
Quand’avviene, che il poco acchiuda il molto?
Omero.
Quando a nobile spirto il corpo è albergo.
Esiodo.
Han giustizia e virtù potere alcuno?
Omero.
Di confortare l’uom nei suoi travagli.
Esiodo.
Che sia saggio un mortale onde saprai?
Omero.
Se conosce il suo stato, e bene ei n’usa.
Esiodo.
Qual più nobile incarco all’uom può darsi?

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Omero.
Quello che di perigli è più fecondo.
Esiodo.
Qual è per l’uom felicità verace?
Omero.
Non temere la morte, esserne lieto.[5]
Esiodo.
Al sorger della Pleiadi Atlantidi
La falce, e al lor cader la stiva impugna.
Elle quaranta notti ed altrettanti
Giorni stannosi ascose; indi a lor volta
Fanno ritorno, allor che i denti arguti
Alla sua falce il mietitore aguzza.
Tali leggi del ciel son pei bifolchi,
Che coltivano campi al mar vicino,
O pingui zolle di profonde valli
Lungi dal mare iroso. In cotai lochi
Ara succinto, semina succinto,
Mieti succinto, e a giusto tempo il tutto.[6]
Omero.
Agli Aiaci si strinse una falange

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Di tai prodi, che Marte e Palla istessa,
Concitatrice di guerrier, l’aspetto
Riverito n’avrian. Quei forti eletti
Attendeano i Troiani e il divo Ettorre.
Era d’aste e di scudi orrida selva:
Schiera stretta con schiera, elmo con elmo,
Fianco con fianco sì che insiem confuse
L’equine chiome sui lucenti coni
Dei cimieri ondeggiar vedevi ai moti:
Sì fitti s’addensâr.[7] Fremeano strage
Le lance infeste, ond’era ispido il campo.
Il balenio dell’armi e dei cimieri,
Delle terse loriche e delle targhe
Delle schiere moventisi facea
Barbaglio agli occhi, sì ch’era ben crudo
Chi pago spettator tenesse il pianto.[8]

Note

  1. [p. 269 modifica]Il passo è tolto al IX dell’Odissea, v. 6 e segg.
  2. [p. 269 modifica]
  3. [p. 269 modifica]Secondo il Bamesio qui si ha una lacuna ch’egli riempie con un esametro di sua fattura, la cui versione è

    Esiodo.
    Giove allora versò tenero pianto....

    Omero.
    Pel prode figlio, Sarpedon divino.

    Il Göttling non crede vi sia lacuna; crede all’incontro, che la lezione di tutto il passo debba essere la seguente, della quale ecco la versione:

    Esiodo.
    Come cenâr, dal cenere riarso
    Le bianc’ossa raccolsero del morto....

    Omero.
    Figlio di Giove Sarpedon divino.

  4. [p. 269 modifica]È un quesito aritmetico, come si vede. Chi voglia trovarne l’incognita, vedrà, che la cifra è esageratamente grande: esercito sì numeroso è inconcepibile nelle condizioni di quei tempi.
  5. [p. 270 modifica]Ognun s’accorge, che fin qui la sfida non fu ad armi pari. Esiodo propone il quesito, ed è libero nella scelta di esso; Omero all’incontro è nelle condizioni d’un esaminando, e la risposta è vincolata al quesito. In maggiori difficoltà pone Esiodo il suo rivale coll’obbligarlo a compiere un concetto, di cui esso gli dà il principio, ed una sola volta Omero pone Esiodo a tal cimento.
  6. [p. 270 modifica]Brano tolto al poema Lavori e Giorni dal v. del testo 383 al v. 392.
  7. [p. 270 modifica]Brano tolto all’Iliade, lib. XIII, dal v. 126 al v. 133, dove Nettuno eccita i Greci ad affrontare i Troiani.
  8. [p. 270 modifica]Altro brano tolto allo stesso libro XIII dell’Iliade, dal v. 339 al v. 344.