Adiecta (1905)/III/XXXVII

A Giuseppe Mazzini

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A GIUSEPPE MAZZINI

nell'anniversario della sua morte


     Quando venivi, Apostolo sereno,
a predicar la libertà nel mondo,
pochi, alla Fede che ti ardeva in seno,
4aprivan docilmente il cor profondo.

     Fuggiva il ricco e di paura pieno,
s’ascondeva smarrito e tremebondo,
mentre i re col capestro e col veleno
8t’inseguivan proscritto e vagabondo.

     Ora tu dormi e schizzan dal covaccio
i conigli, giurando in sacramento
11d’averti dato, con la mente, il braccio;

     e poiché i morti non fan più spavento,
la stessa man che t’apprestava il laccio
14porrà la prima pietra al monumento.