Adiecta (1905)/III/XXIV
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4 OTTOBRE 1899 IN PALERMO
Che gli giovò l’oltracotante possa
del pugno audace e forte?
Guardatelo calar giù nella fossa
4sacro alla mala morte,
guardatelo sparir, triste rovina
d’una bugiarda gloria,
censurato pigmeo che s’incammina
8ai limbi della storia.
Ecco, la dura fronte ormai curvata,
lotta col sonno eterno,
e la canizie sua contaminata
12trema sotto lo scherno.
E scherno ed ironia son le corone
e gl’inni de’ seguaci,
cui la vergogna del passato impone
16di rimaner mendaci.
Oh, se il morente all’opere nefande
più non volge i pensieri,
lasciatelo morir senza ghirlande
20e senza vituperi.
Lasciate seppellir tranquillamente
il cencio imputridito,
e l’ala dell’oblio copra clemente
24la tomba del fallito.
Fallito quando l’onor suo da prima
si scontò sul mercato,
e fallito all’orror d’Abba Carima
28che non ha mai pagato!
Se vanno in pace il ladro e la bagascia
all’ultimo riposo,
lasciamolo morir come si lascia
32morire il can rognoso.
Incoroni d’allòr l’oscena gogna
chi volentier si prostra,
e noi dimentichiam questa vergogna,
36che fu vergogna nostra.