Adiecta (1905)/III/XX

Alle madri

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V.

ALLE MADRI

Dedicato

ad Anna E....


Madri, lo ricordate il dì sereno
     in cui d’amore il pegno
la prima volta nel fecondo seno
     4vi die di vita un segno?

Con che orgoglio gentil del grembo incinto
     allor vi compiaceste!
Come la culla col materno istinto
     8morbida gli faceste!

E poi che al suo vagir tacque il dolore
     del fianco insanguinato,
con che speranze, o madri, e con che cuore
     12benediceste il nato

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e nutrito di voi lo riscaldaste
     stringendolo sul petto,
e se morte il ghermìa, glielo strappaste
     16col prepotente affetto!

Lo cresceste così, bianco fanciullo,
     sovra i fidi ginocchi,
vegliando il primo passo e il suo trastullo
     20con l’anima negli occhi.

e speraste veder l’ore supreme
     in braccio a lui più liete.
Quanto amor, quanti baci e quanta speme
     24o madri che piangete!

Ed ora? I vostri figli a mille a mille
     cadder lungi da voi
perchè un ladro impazzito e un imbecille
     28si son creduti eroi.

E vi tentano ancor, gli scellerati,
     con le astute parole,
ma i cadaveri nudi e mutilati
     32si putrefanno al sole,

ma già dai loro immondi antri, le iene
     calando irsute e scarne,
leccano il sangue de le vostre vene,
     36straccian la vostra carne!

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E il delitto cadrà nel grave oblio
     in che omai tutto langue?
No, levatevi voi, donne, perdio,
     40raccogliete quel sangue,

gettatelo ululanti e scapigliate
     dei colpevoli in faccia;
quando il giorno verrà, non dubitate,
     44ne troverem la traccia;

e dite agli altri, o neghittosi, o incerti;
     «Pietà di noi vi prenda:
«La nostra patria è qui, non nei deserti
     48«dell’Abissinia orrenda.

«Pietà, chiediam pietà, madri dolenti,
     «figlie, sorelle, spose;
«pietà, per gl’insepolti e pei morenti
     52«su l’ambe sanguinose!

«Non tolga vite ai campi, a le officine,
     «la conquista rapace:
«la nostra patria è qui. Datele alfine
     56«la giustizia e la pace!»

Dite così. Ma se domani ancora
     Tripudieranno i ladri
e moriranno gl’innocenti, allora,
     60o dolorose madri,

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non porgete più latte al mite Abele,
     che s’acconcia al destino,
ma raccogliete ne le poppe il fiele
     64per allevar Caino.