A la dolce stasón, ch'ei torde arvègnono
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Questo testo fa parte della raccolta XXI. Ser Marino Ceccoli
II
Anche il poeta fu preso d’amore in primavera.
A la dolce stasón, ch’ei torde arvègnono,
e dietro i volan glie sparvier seguendogli
e ’nfra le verde selve remettendogli,
4quando per l’aire descendendo vegnono:
color, che vita de deletto tegnono,
per la riviera fuor sen van veggendogli,
de colpo tal con loro arco ferendogli,
8quali esse spesso con Amor sostegnono.
Ed io, che giá percosso li sentivame,
mirando gli uccellette andar piangendose,
11ch’a dolce lagremar con lor movivame,
vidi un uccel da’ ciel ver’me scendendose,
ch’ei petto, per grimire el core, aprivame:
14se non che per pietá vignia rendendwse.