Vite dei filosofi/Libro Ottavo/Vita di Filolao

Libro Ottavo - Vita di Filolao

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Ottavo - Vita di Filolao
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CAPO VII.



I. Filolao crotoniate pitagorico. Platone, per comperare da lui i libri pitagorici, scrive a Dione.

II. Morì quand’eravi sospetto ch’egli aspirasse alla tirannide. — Ed è nostro su di lui:

  Il sospetto doversi medicare
     Piu a ogni cosa, i’ vo dicendo a tutti;
     Poichè s’anco non fai, ma solo mostri,
     Infelice tu sei. Così Crotone
     Spense un dì Filolao, perchè credette
     Che una magion volesse da tiranno.

III. Tenne egli farsi ogni cosa per necessita ed armonia, e disse il primo muoversi la terra in giro. Ma altri ciò afferma d’Iceta siracusano.

IV. Compose un libro, il quale alcuni scrittori, al dire di Ermippo, raccontano che il filosofo Platone, venuto in Sicilia presso Dionisio, comperò, dai parenti di Filolao, per mine d’argento alessandrine quaranta, e di là trasse il Timeo. Altri riferiscono che Platone quelle cose abbia raccolte, quando, stando con Dionisio, impetrò che uscisse di carcere un giovine discepolo di Filolao. Scrive Demetrio, negli Omonimi, che Filolao fu il primo a pubblicare le cose de’ Pitagorici sulla natura, delle quali il principio è così: La natura, nel mondo è costituita dagli infiniti e dai finiti, e il mondo intero e tutte le cose che sono in esso.