Varianti di minuti ed una moneta inedita

Giuseppe Ruggero

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Annotazioni numismatiche genovesi

Varianti di minuti ed una moneta inedita Intestazione 24 marzo 2012 75% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1889
Questo testo fa parte della serie Annotazioni numismatiche genovesi
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ANNOTAZIONI NUMISMATICHE GENOVESI




XVIII.

VARIANTI DI MINUTI ED UNA MONETA INEDITA.



Avendo di recente acquistato una trentina di questi denarini, vi trovai rappresentati l’ianva q . d . p, il Governatore Antoniotto Adorno, i Dogi Raffaele Adorno, Giano, Ludovico e Pietro dei Campofregoso, il Gov. Agostino Adorno, il Doge Ottaviano Campofregoso e finalmente i Dogi biennali. Lasciando fuori i duplicati e le semplici varietà dei conii già conosciuti, mi limiterò a dar notizia delle varianti di zecchieri e di leggenda.

Sarebbe di certo preferibile il poter descrivere minuti interamente nuovi, cioè appartenenti a Dogi o Signorie non ancora rappresentate da queste monetine; tuttavia, in seguito alla fortuna d’aver contribuito [p. 508 modifica]ad aumentare questa serie in modo tale, che le Signorie segnate dai minuti trovansi ora quasi quadruplicate, mi sento attratto da qualunque novità che vi si riferisca. Questa diligenza nel tener nota di tutte le varianti che vengon fuori, potrà per avventura parere eccessiva, ma io non la credo inutile, potendosene trarre quasi sempre qualche resultato. Infatti ne abbiamo uno presentemente, poiché le varianti qui descritte confermano qualche precedente induzione ed una interpretazione già controversa; e potremo averne altri in avvenire, anche nel caso che io dovessi registrare novità, le quali invece di confermare infirmassero altre mie induzioni. E se tal caso si presentasse, io non sarei mai capace di venir meno all’obbligo mio, qualunque ne fossero le conseguenze, preferendo sempre l’affermazione del vero ad un falso amor proprio.

Ciò premesso, darò senz’altro la descrizione dei nuovi minuti, facendola seguire in ultimo dalle relative osservazioni.


1. D/ — IANVA : Q : D : P : B (Il P è tagliato, come al solito, dal prolungamento della parte curva).

Castello che interseca il giro della leggenda inferiormente. Sotto, stella.

R/ — CO NR AD VS

Croce che divide la leggenda in 4 parti.

C.1 — Peso gr. 0,55.


2. D/ — I : C : DV — X : IAN :

Tipo solito, come sopra, senza stella.

R/ — CO NR AD F

Tipo solito.
C.1 — Peso gr. 0,57. [p. 509 modifica]3. D/ — AV — .....

Tipo solito.

R/ — ..... • R • • R • • MP •

Tipo solito.
C.1 — Peso gr. 0,46.


4. D/ — AV AG

Solito tipo.

R/ — C— ....— R― — -FG

Solito tipo.
C.1 — Peso gr. 0,47.


5. D/ — AV – : GV : I

Solito tipo.

R/ — • C • • R • • R • MP (in nesso).

Solito tipo.
C.1 — Peso gr. 0,57.

(Vedi Fig. 1).


6. D/ — O • C — .....

Solito tipo.

R/ — • C • — • R • — .....— • A •

Solito tipo.
C.2 — Peso gr. 0,44.

(Vedi Fig. 2).


7. D/ — O -C — .....

Solito tipo.

R/ — • C • — ..... — • R • — • A •

Solito tipo.
C.2 ― Peso gr. 0,32.

(Vedi Fig. 3).


Il Num. 1, già edito nell’Annot. XI, ci fa conoscere lo zecchiere B dell’ultima iniziale che era indecifrabile in quel primo esemplare.

Il Num. 2, è la prima moneta del Doge XXIV Giano Campofregoso che abbia la iniziale dello zecchiere F.

[p. 510 modifica]I tre minuti che vengono in seguito sono del Governatore Agostino Adorno. I primi due, eguali nella leggenda a quelli descrìtti e disegnati nella XII Annotazione ne differiscono tuttavia per le sigle degli zecchieri; nel N. 3 le iniziali mp sebbene conosciute (Manfredo Promontorio), si presentano isolate e non in nesso come ordinariamente siamo abituati a vederle nella maggior parte delle monete di quei tempi; ed il Num. 4 ci presenta due nuove iniziali fg che non conoscevamo prima d’ora, le quali devono indicare, a quanto pare, un Francesco de Guirardi, che troviamo nuovamente soprastante più tardi cioè nel 1500. L’ultimo, il Num. 5, è importante perchè unico fino ad ora tra quelli dell’Agostino, il quale invece della solita leggenda av. ag. ci presenti quella più chiara e compiuta, av . a . gv . i . (Vedi Fig. 1).

Converrà che io mi fermi alquanto sui minuti di questo Governatore, per ben constatare un fatto rilevante e tale da iniziare per sé stesso una vera consuetudine nella monetazione genovese, la quale potrebbe esser fonte di altre e nuove considerazioni in avvenire. Nella Annot. XII io pubblicai i primi minuti dell’Agostino, in numero di quattro, colle sigle fs, mp, ed no. In seguito, ebbi nuove varianti di conio che in parte ho segnato nelle Tavole descrittive delle Monete genovesi, ora in corso di stampa.

Ora finalmente, con quest’ultima aggiunta, mi trovo ad avere dieci e più minuti, tutti differenti o per conio, o per ornamenti, o per la leggenda, con tutte le sigle di zecca che sono segnate sulle monete di oro e di argento dei duchi G. Galeazzo e Ludovico, e qualcuna in più. Questa ricchezza di varianti e questa compiuta serie di zecchieri, confermano pienamente, a mio credere, la induzione espressa nella [p. 511 modifica]detta Annotazione, cioè: che il Governatore ha dovuto coniare i minuti in proprio nome per tutta la durata della Signoria Sforzesca, e che si deve perciò rinunziare definitivamente alla speranza di trovare minuti di quest’epoca col nome ducale.

I due ultimi minuti, N. 6 e 7, eguali a quello che pel primo pubblicai nella I Annot. del Doge Ottaviano Campofregoso, portano una nuova iniziale di zecca, A, e confermano la interpretazione del rovescio, in analogia alla solita leggenda di simili monete che precedono e seguono quelle di questo Doge. Per evitare ripetizioni inutili, rimando il cortese lettore alla citata prima Annotazione, alla VII e alla X.

Dobbiamo ritenere che la mancanza di alcune lettere o di parte di lettera in queste monetine1, non possa essere intenzionale, ma deva provenire da guasto nel conio o da qualche accidentalità nella battitura. È possibile la prima ipotesi, perchè non pare credibile che trattandosi di simili monete, si rifacessero le stampe ad ogni piccolo guasto. È possibile la seconda, per la minor diligenza colla quale si procedeva nella coniazione di moneta così bassa e minuta; per cui, o tali inconvenienti passavano inosservati, oppure, se avvertiti, non erano considerati di tale importanza da doversi per questo rifondere i pezzi coniati. Da questo fatto deve aver avuto origine l’opinione di qualche distinto Numismatico, il quale dichiarò di possedere minuti dell’Ottaviano con due sole lettere al rovescio.

Presento il disegno dei due minuti perchè si completano a vicenda. Infatti, col sussidio delle estremità [p. 512 modifica]inferiori della prima R della fig. 2, e con la seconda R della fig. 3, riesce evidente la ricomposizione della leggenda solita in c . r . r . a . su questi minuti, corrispondente a quella c . r. r . m . che io riteneva fin dal 1878 per il primo minuto dell’Ottaviano. Questa adunque sarebbe la realtà dei fatti, sebbene la ipotesi presentata dall’illustre Desimoni meritasse molta considerazione, perchè fondata sulla leggenda dell’aurea medaglia del Giano, già appartenente alla famosa collezione del Principe di Montenuovo. Né credo mi si voglia opporre che la seconda R della fig. 3 non essendo intera possa mettere in dubbio la leggenda consueta. Questa R non è compiuta per uno di quegli inconvenienti dei quali si è fatto cenno più sopra, ma la parte media che ne rimane ben delineata e rilevata, con la sua estremità inferiore ben distinta, non lascia alcun dubbio sulla lettera alla quale appartiene, escludendone qualunque altra.

Per la mancanza dell’impressione sul lato sinistro del dritto nella fig. 3, siamo ancora privi al presente della seconda parte della leggenda dei minuti dell’Ottaviano. Nella fig. 2 si hanno traccio delle inferiori estremità di alcune lettere, ma in condizioni tali da non potersi aflfermare che facciano veramente parte di un D ed un I, come sembrerebbe probabile.

Se queste varietà di minuti e le conclusioni che ho creduto di dedurne, non sembreranno abbastanza importanti al lettore, egli troverà forse un compenso nella notizia di una inedita moneta genovese, della quale l’unico esemplare si conserva nel ricco medagliere del Cav. Ercole Gnecchi a Milano. È la metà del ducato di Francesco Sforza.

[p. 513 modifica]D/ — o F : S : DVX : MEDI : D : IAN o

Castello solito. Ai lati, F S. Sopra, biscione.


R/ — : CONRAD : REX : ROMNO : T :

Croce patente.
Oro — Cc. — Peso gr. 1,72.

Nella fig. 4 ne do il disegno, dal calco che il chiarissimo possessore mi ha favorito insieme al permesso di pubblicarlo nella presente, per cui colgo l’occasione di ringraziarlo vivamente per la cortese liberalità che lo distingue.

Caserta, Novembre 1889.




Note

  1. Vedansi tra gli altri esempi, il disegno del minuto all’Annot. XIII, il dritto della fig. 3. ed i rovesci delle fig. 2 e 3 nella presente.