Tu sai la 'nfermitá mia de l'altr'anno

Pieraccio Tedaldi

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu sonetti Tu sai la 'nfermitá mia de l'altr'anno Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

S'io veggo il di, ch'i' vinca me medesmo O avvocati e giudici e notari
Questo testo fa parte della raccolta XXIV. Pieraccio Tedaldi
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XXXI

Si sente riprendere da un’antica passione.

Tu sai la ’nfermitá mia de l’altr’anno,
quanta mi fu noiosa o malagevole
a comportalla; e quanta fu spiacevole,
4color, che l’han provato, si lo sanno.
Poi pur guari’, ed è duo volte un anno,
o poco men, ch’i’ fui di ciò godevole:
or vedi ben com’egli è convenevole
8ch’io vada ricadendo in tale affanno!
Ed io mi sento pur tornar nel core,
poi che tornò colui, ch’era partito,
11non so se dico pazzia o amore;
ed io sto in forse e son si sbigottito,
ch’i’fo come colui, che cerca onore,
14e fo pazzie, com’uom del senno uscito.

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E son sì indebilito,
che, s’io non ho da te consiglio o regola,
sono impaniato come tordo in pegola.