Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 5

Di ramponi, chiodi da ghiaccio, creste, barbette, & d'alcuni anneletti, ch'alle volte si pongono à ferri di piedi dinanzi. Cap. 5.

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Di ramponi, chiodi da ghiaccio, creste, barbette, & d'alcuni anneletti, ch'alle volte si pongono à ferri di piedi dinanzi. Cap. 5.
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Di ramponi, chiodi da ghiaccio, creste, barbette, & d'alcuni annelletti che alle volte si pongono à ferri di piedi dinanzi. Cap. V.


QUi intendo voler trattare delli ramponi, chiodi da ghiaccio, creste, barbette, & ancho sopra certi anneletti, che si pongono ne ferri dinanti ne i ramponi. Et cosi dico, che non s’ha ad usare à ferri dinanzi quel rampone, che al più delle volte si fa à quelli di dietro, valendosi l’huomo di rampone; perche si può nocere al cavallo per più rispetti; & maggiormente quando egli non fusse di buon piede: perche posto quello in terra disuguale, oltre il danno, che patisce il piè, fa etiamdio nocumento à nervi delle braccia: la onde poi tutto'l corpo sente dolore, & il cavallo è sforzato alle volte mostrarlo con più evidente segno; perche si duole, per essere astretto dalla passione, che riceve d’essere in tal modo ferrato; & tanto più quando egli va per luoghi montuosi, ò sassossi, ne i quali sassi non potendo attaccarsi alle volte co’l rampone, il piè fugge, & fuggendo riceve il garretto gran passione sù quelli. Et poi, che siamo in proposito dirò il modo, che usano li Turchi quando cavalcano per simili luoghi, il quale è, che fanno per riparo del garetto, ò calcagno (come vulgarmente si dice) il ferro rivolto in suso, perche è come scudo ad esso calcagno. Et poi per che non slissi si facilmente, & perche meglio si possa fermare il cavallo in piede, li pongono tutti li chiodi bastardi, fatti à modo di bottoncini, non in tutto cosi alti come quelli da ghiaccio, ma più bassi, & cosi ne l’unghia ne il calcagno s’offende, ne patiscono etiamdio le braccia; si che in questo modo fatto, opera, che non li nuoce la pietra ne meno s’offende su quella. Ma tornando al nostro ragionamento, dico, che si vede ancho, che essendo rampone al ferro, il cavallo va à pericolo nel maneggio di stroppiarsi, ponendo per sorte un pie sù l’altro; si come [p. 117 modifica]alle volte si è veduto avenire, & farsi di gran sopraposte, havendo solamente il rampone alla Ragonesa, men pericoloso assai dell’altro sudetto. Di più ancho è di danno all’unghia à ferrarla con rampone, perche ogni volta che l’huomo si vuol servir d’esso, bisogna lasciar più unghia nella punta, che non si farebbe se non fusse per causa sua; il che non è d’alcuno giovamento, ma si ben di nocumento al calcagno, che per tal cagione si è sforzato abbassarlo più di quel, che si farebbe senz’esso, volendo, che il cavallo ponga il pie uguale in terra, & che non vada con la punta come egli farebbe, ad ogni fiata, che cosi non si facesse. Le calcagna del quale, quando fussero debole, tanto più per ciò s’indebolirebbero, patendo quella parte dolore, & li nervi anchora delle braccia; & quanto più accuto fusse il rampone maggiormente li nocerebbe; & di più poi quando il pie non ponesse uguale in terra, che in quel caso bisogna sia aiutato dalla grossezza d’esso ferro, come si usa, & si dee in effetto fare, ad ogni volta, che si voglia valere di rampone più tosto farne due, che uno, quando non seguiti quanto si conviene. Non si havendo però risguardo se non al pie, che per niuno modo si dee comportare, che lo ponga disuguale in terra, perche il cavallo patisce grandemente. Per tanto si dee considerare molto bene, quando si vuole porre in opera rampone, & più se non si conosce il pie atto à sopportare tal pena. Ma essendo sforzato usarlo, si dee fare più basso, che si puote, & alla Ragonesa. Et volendo, ch’egli tal’hor superi la grossezza della parte di dentro del ferro, si faccia, ma che quel di più sia poco. Et perche voglio, che si conosca la differenza, che è dall’uno, & l’altro rampone, dico, che quando è chiamato rampone alla Ragonesa, si sappia essere più largo, & da un poco innanzi; l’altro poi è più accuto, & va pe’l diritto in terra. Però il tutto si consideri molto bene, perche il più delle volte, che sono usati simili ramponi accuti, chiodi da ghiaccio, creste, barbette, annelletti, & ferri posti in opera, che stringano il piede, & in conclusione, che non è ferrato come che ricerca la natura sua, grandemente patisce, & alle volte si duole, & spesso nel fine si rovina, non si potendo reggere su i piedi. Ma perche forse da alcuno non mi sarà creduto, che le sudette cose nocciano tanto, come io dico, se ciò con vivissima ragione non provo esser il vero: però per essempio dico, questo essere proprio come se l’huomo havesse un sassolino, overo un callo sotto il piede, & che ancho la scarpa per più aiuto stringesse; & chi l’ha provato lo sa, che non tanto patisce il pie per buono, che egli si sia; ma patisce ancho la gamba, & li nervi d’essa, & tutto’l corpo tal’hora; similmente patisce il cavallo per tai cose, di che in verità n’ho veduto la prova in molti; li quali, avanti, che le portassero, erano sicurissimi, & dopò per l’offesa da loro ricevuta, per rispetto di quelle, sono caduti all’improvviso in terra piana. Ad altri ho io veduto spezzar gran parte dell’unghia, sopra la quale non si potevan poi reggere; causando anchor ad alcuni dell’infermità nelle gambe, gionte, & piedi; la quale cosa è facile d’avenire correndo ordinariamentre gl’humori cattivi alla parte più deboli, & offese, & tanto più nelle parti da basso. [p. 118 modifica]De gl’anneletti poi dico, che alcuni si vagliono d’essi, perche li cavalli alzino meglio i piedi, & le braccia, & ancho per farli imbrandire le spalle; le quali à me pare, che maneggiano peggio di quello, che fanno senza essi annelletti, & le braccia non meglio, se ben si mostrano più presti; perche ciò fanno astretti dalla passione, che ricevono per quelli; la qual cosa non mi par degna di laude, ma si bene di biasmo. Et da questo se ne può far certo, perche non si troverà cavallo alcuno (il quale si conosce molto ben nel trotto) che habbia cattivi piedi, che non alzi presto le braccia, sollicitandosi egli tanto più in alzarle, quanto sono peggiori, & duro il terreno. Avertendo però, che io non dico di tutte le nature di cattivi piedi, come è di quelli, che hanno del mulegno, ò dell’incastellato, & che non hanno il suo debito nutrimento; ma solo di quelli, che non tanto hanno il nutrimento, che li bisogna, ma che di superfluo n’abbonda, ò sia poi per la miseria dell’unghia, overo per l’abundantia d’humori corsi, & correnti nella parte dove non bisogna, la qual posta cosi in terra patisce dolore, & maggiormente nel trotto (il quale è ne più de cavalli molto faticoso) perche sentendo il cavallo dolore nel porre il piede in terra, per fuggire la passione, leva tosto le braccia; si come aviene ancho à gl’huomini nel caminare sempre c’hanno cosa che li molesti il piede; perche par loro, che la terra li scotti. Non nego però, che essendo’l cavallo di buon piede non possa maneggiare le braccia del modo, che farebbe havendoli cattivi, anzi meglio, ma dico ben, che bisogna, che in lui sia forza, & leggerezza, perche con queste due cose maneggia più perfettamente le spalle, & ancho le braccia. Adunque simili annelletti causando dolore nelle sudette parti, fanno’l cavallo levare più presto le braccia, & portandoli, ò havendoli portato, chi li pon mente, vederà, che nel trottare le lieva si bene più presto del consueto, ma come parti dolentate. Però facendosi per mio parere non s’useranno, & si mirarà ancho ben nel resto, che si fa, perche bisogna tenere per fermo se si offende il piè d’haverlo gittato à terra, nè in quel caso alcuna dell’altre parti per buone, che fussero li giovarebbe, perche non ponno andar senza piedi. Per tanto concludendo dico, che conoscendosi, il gran danno, che può avenire, per le cose antedette, essorto ogniuno à fuggirle; più che può; & quando si è astretto dalla forza si faccia all’hora ogni opera, perche sia ben ferrato nel resto, & aiutato più, che sia possibile; si nel ferro, come nel fare al piè qualche pastone, il quale sia di sorte appropriato à quella, si come l’unto, che si ungerà qualche volta essa. Nelle braccia ancho si faccia talhor alcuni bagni, si per beneficio di nervi come per tenere quelle parti asciutte, & che ancho non descendano abbasso cattivi humori.