Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)/XXXVI

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XXXV XXXVII
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XXXVI

     Tristo e dolente e faticato molto
son nel pensero, Amor, che tanto acerbo
mi vi mostrate, secondo lo verbo
4ch’i’ parlar v’odo e l’atto de lo volto,
dal qual solea gioioso esser accolto.
Ed ora, lasso! ’l contraro riserbo:
lá ’nde ’l dolor mi cerca ciascun nerbo,
8sí ch’onne buon valor me n’have tolto.

     E sí mi grava piú cotal fatica,
perché pensando non mi sento in colpa,
11ché, s’io mi vi sentisse, non farebbe.
Però, Amor, valer ciò mi dovrebbe;
ché chi non pecca, parmi, assai si svolpa,
14né non dovría portar pena nemica.