Trattato completo di agricoltura/Volume I/Coltivazione del gelso/6

Impianto del gelso

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impianto del gelso.

§ 583. Nella coltivazione in campo aperto, il gelso si distingue in gelso d’asta, ossia in pianta il cui tronco è alto almeno 1m,50; ed il gelso da siepe, detto anche nano, il cui tronco è alto non più di 0m,60; Queste diverse maniere di educare il gelso, esigono anche una diversa norma nell’impianto, epperò, dapprima parlerò del gelso d’asta, poi di quello da siepe.

§ 584. Prima di procedere all’impianto del gelso d’asta dovrassi aver sott’occhio l’estensione che può occupare la pianta tanto colle radici quanto coi rami, acciò le prime possano stendersi e procacciarsi nutrimento senza che s’intreccino quelle d’un gelso con quelle d’un altro vicino, e perchè i rami non arrechino troppo danno col loro ombreggiamento, tanto ai gelsi vicini, quanto alle sottoposte coltivazioni.

Generalmente al gelso d’asta si assegna una superficie non minore di 50m quad.; e, se il terreno contiene anche delle viti, la distanza tra l’uno e l’altro dev’essere sempre maggiore, in proporzione dell’ombreggiamento arrecato al fondo dal minor o maggior numero di dette viti. Perciò si pianta il gelso in linee dirette da mezzodì a tramontana, distanti le une dalle altre almeno metri 15, se vi sono filari di viti tra mezzo, ed anche soli metri 10, se nel campo non vi fosse altra pianta. Nella stessa linea poi la distanza da un gelso all’altro non sarà minore di metri 7. Tale essendo adunque la distanza fra ciascuna pianta, è chiaro che il gelso non si pianterà in fosse longitudinali ma sibbene in foppe quadrate [p. 577 modifica]larghe da 2m,00 a 2m,50, e profonde 0m,70, disposte sulla linea prestabilita, e mantenenti fra loro quella distanza che avremo trovata opportuna.

Nel cavar la terra delle fuoppe si disponga quella più superficiale su due lati, e la terra più profonda, magra e sassosa sugli altri due. Se il terreno fosse soverchiamente sassoso, si approfonderà maggiormente la fuoppa per collocarne i sassi sul fondo; se poi per approfondarla ai più non facessimo che sollevare una maggior quantità di terra magra, o di ciottoli, allora converrà trasportare questi ultimi fuori del campo. Le fuoppe devonsi feare tanto più presto quanto più il terreno è compatto, e sarebbe sempre ottima cosa il praticarle in autunno, acciò il fondo di esse e la terra cavata si migliorino nelle loro qualità fisiche per effetto dell’aria, dell’acqua, del gelo e del disgelo.

§ 585. Cavate le fuoppe, fa d’uopo preparare il concime; e quale fra i varj concimi sarà il più conveniente? Se l’analisi chimica ci mostrò quale doveva essere il miglior terreno pel gelso, essa deve altresì guidarci nella scelta del concime. Si è osservato che i principj predominanti nel gelso sono la calce e la potassa; che la potassa abbonda nelle foglie e nelle parti verdi, e che nel legno il principal costituente è la calce. Conveniente sarà dunque tutto ciò che in sè contenga calce o potassa, come sarebbero i frantumi di legno o gli avanzi di qualunque vegetale morto, sterpi, melegazzi, brugo, ecc.; le ceneri ed il calcinaccio proveniente dalla demolizione de’ fabbricati. Tutte queste sostanze però sono utilissime alla pianta, ma da sè sole non possono perfettamente corrispondere allo scopo che noi ci prefiggiamo coll’impianto del gelso. Noi non vogliamo soltanto che questa pianta vegeti e duri, ma vogliamo eziandio che ci fornisca abbondanza di fogliame, la qual cosa si ottiene o coll’estensione dei rami, ed anche coll’ampiezza della foglia; ed a quest’intento è necessario che alle suaccennate sostanze s’aggiungano materie organiche azotate, vegetali od animali, ma non già nelle straordinarie proporzioni che generalmente si costuma.

Un errore generalmente invalso nel concimare le piantagioni di gelso, è quello di adoperare letame animale assai minuto. Quando vi parlai degli effetti dei concimi, avvertii che allorquando volevasi un effetto pronto si usasse di concime il più diviso che fosse possibile, ed applicato quasi direttamente sul vegetale da cui vuolsi il prodotto, ma che invece quando [p. 578 modifica]trattavasi di coltivazioni il cui prodotto non potevasi ottenere che dopo un certo numero di mesi, in allora conveniva usare di concime sempre più grosso, quanto più lunga era la durata della coltivazione, avvertendo di non applicarlo troppo direttamente, nè troppo presso al tronco od allo stelo della pianta, poichè col tempo le radici si allontanano in cerca di nutrimento. Se questa norma vale per le coltivazioni annuali o di poca durata, tanto più deve essere applicata alla coltivazione degli alberi che devono durare per molti anni. Perciò tanto nelle viti, quanto nel gelso è un grande errore l’adoperare concimi minuti, sparsi anche troppo presso le radici; per tal modo in meno di due o tre anni la pianta non trova più alcun residuo del concime, il quale o venne già consumato dal primo stendersi delle radici della pianta, o dalle altre coltivazioni. Importa molto adunque che si usi di concime grosso, distribuito equabilmente per tutta la fuoppa, ben mescolato a terra, e tenuto anche piuttosto profondo, acciò le altre coltivazioni non lo convertano a loro profitto.

Nei terreni tenaci simil qualità d’ingrasso servirà molto anche a renderlo più penetrabile dalle radici: e nei terreni molto sciolti si potranno bensì sminuzzare un poco più le materie che servono di concime, ma non si lasceranno fermentare o decomporre di troppo. Così il gelso troverà per molti anni con che mantenere una florida vegetazione.

§ 586. Preparato il concime si passa a far la piantagione. S’incomincia col fare nel mezzo della buca un rialzo colla terra migliore sul quale si adagia il gelso, ben mondo dalle radici secche, guaste o lacere, togliendogli anche il fittone o quelle radici che troppo grosse si allungassero perpendicolarmente. Nel collocare la pianta sul rialzo, si deve procurare che il colletto della pianta non resti al di sotto del livello del campo più di 0m,05 a 0m,10; indi si distribuiscano le radici intorno al rialzo, e si ricoprano frammischiandole colla terra superficiale posta da parte; poi vi si getta anche il letame, alternandolo colla buona terra, sino a riempire circa i due terzi inferiori della fuoppa, e finalmente al dì sopra si rimette la terra cavata dal fondo, la quale col tempo e cogli ingrassi si farà buona anch’essa. Se trattasi di stabilire una linea di gelsi, s’incomincia dal piantare quelli ai due capi, indi uno o più fra quelli, a seconda della lunghezza della linea, in modo che traguardando dal primo all’ultimo, l’asta del gelso dietro cui si osserva ricopra l’asta di quello o di quelli che si piantano in seguito nel mezzo. [p. 579 modifica]

Terminato l’impianto si tagliano tutte le aste dei gelsi ad una medesima altezza, onde in tutta la linea vi siano piante col tronco egualmente alto. Questa altezza l’abbiamo già stabilita non minore di 1m,50 affinchè i rami non impediscano il lavoro del campo, e non facciano un’ombra troppo bassa e soffocante.

Quando lungo il tronco si mostrino le gemme, abbisognerà conservare soltanto quelle che si trovano sull’ultimo decimetro dell’asta; così nella primavera del secondo anno dopo l’impianto si passa a fare l’innesto, se i gelsi erano selvatici. L’innesto ad anello si farà sui ramicelli che sonosi conservati sull’ultimo decimetro dell’asta; e per praticare quello a corona, si taglierà via questo decimetro più alto, facendo l’innesto appena sotto: in quest’ultimo caso farà d’uopo lasciare dopo l’impianto le aste dei gelsi un decimetro più lunghe, onde non si riduca troppo basso il tronco, abbassandolo ancora di un decimetro.

§ 587. Riguardo all’èepoca, sarà meglio piantare il gelso in primavera, od in autunno? Io ritengo che sia meglio piantarlo in primavera. Infatti non solo qualunque vegetale munito di radici, riesce meglio trapiantato allorchè queste possono tosto funzionare, ma anche le talee, i piantoni ed i getti, sebbene non provvisti di radici, quando siavi la temperatura e l’umidita sufficiente, in pochi giorni dalle lenticelle o dai nodi mandano fuori quei prolungamenti o radici avventizie, che in seguito servono alla nutrizione di quella porzione di vegetale che convertesi in nuova pianta. Trattandosi di piante fornite di radici, se si trapiantassero nell’autunno, avverrebbe che tutto il vegetale rimarrebbe inerte nel terreno durante l’inverno come un corpo morto, e facilmente le radici più sottili, che sono le più importanti, potrebbero guastarsi e deperire; laddove in primavera tosto esercitano il loro ufficio di mettere in relazione il terreno colla pianta. Perciò nella pratica veggonsi riuscir meglio le piantagioni fatte anche in primavera avanzata, che non quelle fatte in autunno, ben inteso che s’abbia cura di non lasciar che trascorra troppo tempo tra l’estirpamento della pianta dal vivajo ed il trapiantamento in campagna, poichè in tal caso le tenere diramazioni delle radici potrebbero essiccarsi.

§ 588. Per l’impianto delle siepi è meglio invece cavare una fossa, poichè la distanza che passar deve tra un gelso e l’altro confonderebbe di già una fuoppa coll’altra. Di fatto i [p. 580 modifica]gelsi da siepe si piantano ad una distanza di 1m,50 a 2m,00 tra loro, e la fossa deve esser larga da 1m,80 a 2m,00, e profonda 0m,60.

I gelsi non devono avere più di due anni di vivajo, innestati ad anello nel 2.° anno presso terra. Dopo averli piantati colle norme e col concime che indicai pel gelso d’asta, si tagliano alti da terra 0m,60, tenendo rimondato in seguito il gambo, ad eccezione della parte superiore, onde avere tre o quattro gemme colle quali stabilire le prime biforcazioni.

Le linee di gelso a siepe, non permettendo, o ben a stento qualunque altra coltivazione nel sottoposto terreno, esigono frequenti zappature.

Un pezzo di terra che fosse completamente coltivato a gelso basso, dovrebbe esser disposto in modo che ciascun ceppo goda almeno di cinque metri quadrati di superficie.

Eccovi la spesa approssimativa per l’impianto d’un gelso d’asta e d’un gelso da siepe.


Gelso d’asta. Gelsetto da siepe.
Fuoppa di metri cub. 4,30 a cent. 10 al metro cubo Fr. 0,43 Fuoppa di metri cub. 2,20 a cent. 10 Fr. 0,22
Letame » 1,50 Letame » 1,00
Gelso da palo » 0,70 Gelsetto innestato » 0,10
Mano d’opera » 0,15 Mano d’opera » 0,10
Impagliatura ed innesto » 0,15 Fr. 1,42
Fr. 2,93.