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17 Novembre.


L’altra sera, dopo che mi disse quelle parole, allorchè entrai nella stanza dove stavano radunati i miei parenti coi signori Valentini ero così turbata che tutti se ne avvidero. Mia matrigna fece una scena; mi rimproverò che io sono una ragazza male educata, capricciosa, che mi abbandono a degli impeti di gioia e degli accessi di malinconia ingiustificabili. Mio padre tentò difendermi sostenendo ch’io fossi indisposta.

Tutti gli altri tacevano. Quel supplizio durò quasi mezz’ora. Allorchè potei chiudermi nel mio stanzino io ringraziai il [p. 72 modifica]Signore e lo pregai fervidamente di chiamarmi a sè.

Passai una cattivissima notte senza nemmeno chiudere occhio. Ho interrogato il mio cuore, ed ho paura.

Marianna mia, se non temessi di far peccato e di addolorare mio padre, Giuditta, mio fratello, te... e tutti quelli che mi vogliono bene... io vorrei morire di coléra....

Addio.