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Lettera Ardigò al Martini che lo consigliava a moderarsi
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4.


(Ancora I martiri di Belfiore del Luzio, pag. 299, 300. E per la seconda parte della lettera, il vol. del Marchesini p. 23, 24).

Ed ecco il Martini... con le lagrime agli occhi scongiurare l’Ardigò a moderarsi.

Ha dovuto piangere per me? (gli risponde l’Ardigò). Lei pel quale io sarei pronto a dare la vita e sarei contento di darla? Non c’è nessuno al mondo che io stimi [p. 245 modifica]ed ami quanto Lei. Nessuno cui io debba tanto. E con tutto questo io devo essere causa che Ella pianga? Mai non è stato messo alla prova il mio animo e il mio carattere come ora! Ma, Monsignore, non mi ha insegnato Lei ad essere un uomo di carattere! Monsignore! Lei me lo ha insegnato ed io l’ho imparato. Qualunque cosa mi costi, non dimenticherò i suoi insegnamenti. Non sono condotto da nessuna passione: non ho nessun fine secondario. Ciò che mi muove, e ciò con un entusiasmo irresistibile, sono delle idee che credo vere. E sono le idee di tutta la mia vita! Non declinerò nè a destra nè a sinistra; non a destra per far piacere ai furiosi di un estremo, non a sinistra per farlo a quelli dell’altro. E quindi (ne ho piena fiducia) non cadrò in nessun precipizio. Ma se il precipizio è soltanto il male che mi può recare il livore pazzo dei ciechi miei avversari, questo non mi può far divergere neanche di un pelo dal cammino giusto, che mi sono segnato. Che dice, Monsignore? Non fa così anche Lei? E non mi ha insegnato a far così anche a me? E non mi ha detto mille volte che questo veramente La consolerà, se vedrà che io sia un uomo di carattere, e non sarò cercatore di favori o di ricchezze, ma starò incrollabilmente per ciò che credo vero e giusto? — Ma io cadrò in un precipizio e Lei ne morrà di dolore; ed io più non avrò nessuno che mi conforti. — Monsignore, io spero che sarà Lei che sopravviverà a me. Ma se dovesse avvenire (che Dio no ’l voglia) quello che Ella dice, si tranquillizzi, ancora mi testerà un conforto. Mi conforterà la sua memoria, mi conforterà l’approvazione sua dal cielo, mi conforterà, immensamente mi conforterà, la coscienza di aver fatto il mio dovere, di averlo fatto fortissimamente.

Mantova, 10 Settembre 1870.

Prof. Roberto Ardigò