BERLINO: LA LEZIONE SU MAZZINI

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IX XI

Mazzini ed il suo apostolato


I capitolo


Nel 1805 a Genova nacque uno dei più grandi protagonisti che siano mai esistiti e certamente uno dei migliori filosofi del secolo scorso, benché egli non abbia mai potuto occuparsi di filosofia, perché era sempre occupato con la politica. Il fanciullo cresceva in una atmosfera molto democratica e non appena cominciò ad osservare di più, si rese conto della situazione terribile in cui si trovava la sua patria. A quel tempo tutta l'Italia era divisa in piccoli Stati sottomessi in modo quasi schiavistico al potere dell'Austria; il popolo viveva in una condizione di sottomissione e ne soffriva molto. Soltanto alcuni scrittori e poeti agivano contro i tiranni che imperavano ovunque ed alcune società segrete si preparavano: a che cosa? Esse stesse non lo sapevano; tutti ed ovunque desideravano la libertà, molti simpatizzavano per queste società e soprattutto le classi più elevate. In quel periodo molti rimpiangevano il regime francese militare e dittatoriale di Napoleone, durante il quale c'era il vantaggio che tutti erano uguali davanti alla legge. La società intera si agitava e cercava qualcosa, cercava e non trovava. Il principe Metternich diceva che l'Italia era una espressione geografica e, realmente, allora, era così.

Gli Italiani non sapevano di essere un popolo solo, e soprattutto in nessun modo si poteva pacificare il sud italiano con il nord.

Perfino Napoleone comprendeva come fosse fondamentale unificare l'Italia, e non poté farlo; e avendola divisa in tre parti collegò la prima alla Francia, fece della seconda il «Regno d'Italia» e della terza quello napoletano. Ed ecco, agli Italiani mancava una direzione comune. Tutti, o più esattamente la maggioranza di loro agognava alla libertà, ma i pareri erano diversi. Quasi tutti desideravano ottenere la Costituzione ma non volevano mutare la situazione politica; soltanto alcuni, che comprendevano la situazione in profondità, pensavano ad una organizzazione federativa. Nessuno, o meglio nessun partito agognava alla unificazione politica. In questa situazione dell'Italia, occorreva un uomo che facesse capire agli Italiani la necessità di unificarsi. Quest'uomo si trovò: era Giuseppe Mazzini.

II capitolo


In una meravigliosa domenica d'aprile del 1821 il sedicenne adolescente passeggiava con la madre e con un vecchio conoscente. Si avvicinò a loro un giovane e chiese del denaro per gli emigranti italiani. Questi emigranti erano quei giovani ufficiali e intellettuali che nel marzo dello stesso anno capeggiati dal conte di Santorre di Santarosa diedero inizio al movimento rivoluzionario. Il vecchio re Vittorio Emanuele I abdicò; egli, secondo l'espressione dell'uomo politico scrittore e pittore Massimo D'Azeglio, fu un uomo indispensabile e onesto ma limitato. Egli non operò delle repressioni, né concesse la Costituzione alla quale agognavano i dirigenti del movimento rivoluzionario. Suo fratello Carlo Felice era allora all'estero e prima del suo arrivo fu nominato reggente il suo giovane nipote, Carlo Alberto principe di Carignano, che accettò subito di concedere la Costituzione e la libertà di stampa; ma arrivato qualche tempo dopo il nuovo re, allontanò il giovane e poco pratico nipote in una piccola cittadina e poi lo inviò «in visita» a Firenze.

Naturalmente la Costituzione fu subito abrogata ed a questo seguirono delle crudeli repressioni; molti liberali appartenenti a tutte le classi sociali fuggirono in Svizzera, in Francia e poi in Inghilterra: alcuni di loro parteciparono in seguito alle rivoluzioni greca e spagnola.

Ecco per chi chiedeva l'elemosina quel giovane, e tutti i passanti gliela davano. Molti anni dopo l'adolescente diventato un celebre agitatore e uomo politico, scriveva: «Quel giorno per la prima volta, sebbene non chiaramente, mi si presentò il concerto di "regime" ed il pensiero che si potesse e dunque si dovesse lottare per la libertà della patria». Si può vuol dire bisogna.

Già allora cominciavano a maturare le opinioni del futuro grande uomo a proposito della sua vita e della sua attività.

III capitolo


Ed egli cominciò il suo apostolato, perché nessuno più di lui fu apostolo della liberazione dell'Italia dai tiranni.

Egli cominciò con l'azione pacifica; capì che occorreva cominciare da questo per educare il popolo.

Leggendo i suoi poeti e scrittori amati, Tito Livio, Tacito, Plutarco, Dante, Alfieri e Foscolo; studiando le grandi opere dei cantori geniali di altri popoli come Shakespeare, Byron, Goethe, Hugo, egli capì che il popolo italiano era ancora troppo poco istruito per creare la propria vita. E si occupò della critica. Tutti i suoi articoli di quel tempo, cioè della fine degli anni venti, parlavano degli scrittori italiani che lottavano per la libertà della Patria. Egli cominciò dal «padre del popolo italiano», Dante, e poi scrisse ancora sulle opere di Silvio Pellico, Confalonieri, Berchet, autori delle principali opere letterarie patriottiche di quel periodo.

[A questo punto il discorso si interrompe e segue un elenco di punti solo enunciati, che Leone dovette sviluppare oralmente.]

Mazzini e la Carboneria.

Mazzini carbonaro. 1829. Egli esegue gli incarichi affidatigli.

Lo arrestano a Genova. 1830.

Egli sta nella fortezza di Savona (1830-1831).

Il trattamento del governatore verso di lui.

Mazzini in carcere pensa alla «Giovane Italia». La giovane e la vecchia Italia di Petrarca.

Mazzini e il popolo.

Mazzini parla della efficacia dell'azione popolare e all'uscita dal carcere è espulso. Mazzini cerca di agire coi carbonari all'estero.

Mazzini a Marsiglia. Egli conosce gli emigranti locali italiani.

Carlo Alberto re di Sardegna. Le speranze di Mazzini e del popolo nei suoi riguardi. La lettera di Mazzini al re ed il suo significato.

La Giovane Italia. Dio e il popolo.

Il pensiero e l'azione.

Mazzini si prepara. La rivista «La Giovane Italia» (1831-1834).

«La Giovane Italia» si diffonde in tutta Italia.

Gioberti e La Giovane Italia.

Dio e il prossimo; Dio e il popolo. Garibaldi e La Giovane Italia. Nel 1833 avviene la preparazione della sommossa. La sua organizzazione e la sua conclusione. Mazzini è condannato a morte. Mazzini parte per Ginevra con l'obiettivo di organizzare la rivoluzione in Savoia. Conclusione del moto. 1834.

La fine della Giovane Italia.

La Giovane Europa a Berna (1834).

Mazzini parla delle relazioni fra i popoli.

La Giovane Europa, l'unione delle democrazie. La Giovane Germania, la Giovane Polonia, la Giovane Italia.

Mazzini e gli Slavi del sud.

Mazzini viene espulso dalla Svizzera. Egli rimane.

La Giovane Svizzera (1835).

Dubbi.

La fine dei dubbi.

La partenza di Mazzini per Londra (1837). Là, egli è in pessime condizioni economiche.

Mazzini si occupa di letteratura e di critica.

La sua scuola popolare a Londra. La situazione dei poveri italiani a Londra.

Il pensiero di Mazzini sui lavoratori e sul lavoro.

La rivista «L'Apostolato Popolare» (1840-1843).

La Giovane Italia appare di nuovo sulla scena (1839).

L'amicizia di Mazzini con eminenti uomini politici e scienziati.

I fratelli Bandiera (1844).

L'anno 1848. La rivoluzione in Francia, in Austria, in Italia. Mazzini arriva in Italia; la sua relazione con il governo sardo.

La triste fine della guerra del 1848.

La repubblica romana (1849).

Il giornale «L'Italia del Popolo» a Losanna (1849-1850).

Mazzini viaggia in Svizzera, Francia, Inghilterra.

L'ultimo movimento rivoluzionario è capeggiato da Mazzini (1870).

Il pensiero di Mazzini sulla società contemporanea e viceversa.

Perché Mazzini è diventato estraneo ai suoi contemporanei.

Quando cominciarono a capire Mazzini.

Mazzini e gli uomini del suo tempo.

La sua morte a Pisa: 10 marzo 1872.

Mazzini e l'ideale; il suo apostolato.

Dio e il popolo.

Il pensiero e l'azione.

Mazzini, l'educatore del popolo.

La futura Europa secondo il piano di Mazzini.

La politica e la morale: l'uomo è obbligato a ricercare il bene comune.

Mazzini come rappresentante di qualcosa di nuovo.

«Nell'anima umana c'è qualcosa di eroico; bisogna assolutamente educare questo sentimento».

Mazzini è un volontario etico.