XI. Sopra uno armellino mandato in dono alla signora Veronica Gambara

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XI. Sopra uno armellino mandato in dono alla signora Veronica Gambara
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Presago di sì rara e degna sòrte,
di star al tuo bel collo intorno avolto,
mi diedi in preda e fui di vita sciolto,
4e corsi io stesso voluntario a morte.

Anzi alla vita! O benedette scorte,
che di vil servitù mi avete tolto,
e posto al bianco petto, al chiaro volto,
8che beate suol far l’anime accorte!

Ma se di questa mia soave spoglia
senti, madonna, forse alcun calore
11maggior d’ogn’altro che scaldar ti soglia,

non è da me, ma da l’interno ardore
di chi mi manda e da l’accesa voglia,
14ché dentro al petto mio si ascose il core.