Rime di Argia Sbolenfi/Libro primo/Sfogo contro colui

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Libro primo - Si scusa per avergli mostrato poco rispetto Libro primo - Ave Crux
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SFOGO CONTRO COLUI1



C’era una volta in Roma una ragazza
        Il cui nome gentil non vi dirò,
Che per l’Imperator divenne pazza
        4E di dargli la man si lusingò.

Ei venne a Roma e per la gioia grande
        Ella dinanzi a lui cadde boccon
E gli mostrò che non avea mutande
        8In omaggio all’igiene e alla stagion.

Bismarck, quando lo seppe, andò in furore,
        Afferrò penna, carta e calamar,
E poi telegrafò all’Imperatore
        12Che per l’amor di Dio non stesse a far,

E quella donna ci si mise dietro
        Seguitandolo sempre per città,
Dal re, dal papa, in piazza ed in San Pietro,
        16Raccontandogli mille infamità.

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E lui sentendo questa sinfonia,
        Da prima cominciò a tintinagar2
Poi nel più bello piantò lì l’Argia
        20E coi Sovrani s’imbarcò per mar.

L’empio! Intanto la povera tradita
        Nei Cappuccini andò per la passion:
Mutò speranze, desideri e vita,
        24Ed, ancella di Dio, prese il cordon.

Caste donzelle, deh, accogliete in seno
        Questo consiglio che mi vien dal cor
Portate sempre le mutande, o almeno
        28Copritevi se vien l’Imperator!

Note

  1. Colui ahimè, è l’alto personaggio di cui alle rime precedenti, e quella donna la sua Legittima e Graziosa consorte.
  2. Tentennare. Dialetto bolognese.