Rime (Guittone d'Arezzo)/Non mi disdico, villan parladore

Non mi disdico, villan parladore

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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Non mi disdico, villan parladore
Villana donna, non mi ti disdire A certo, mala donna, mal' accatto


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La donna risponde che non l’ha mai creduto fino amatore,
ma l’odia per ciò che dice di villano e di falso.


     Non mi disdico, villan parladore,
a quello intendimento che ditt’hai;
or como crederia che ’n te valore
di fine amante e amor fosse giá mai?
     5Ch’ogn’altra fina cosa è di te fore,
e la contrara parte regna assai;
ma disdicomi a ciò che m’è dolore
crudel di morte il dimando che fai,
     cioè ch’io t’ami. Or come amar poria
10cosa, che di tutto è dispiacente,
con tu se’? Mad eo ragion è ti dia
     odiar a morte; ed il fo coralmente.
Tu però mi dispregi, e villania
mi dice assai la tua bocca, che mente.