Rime (Dante)/XX - Donna pietosa e di novella etate

XX - Donna pietosa e di novella etate

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Dante Alighieri - Rime (XIII secolo)
XX - Donna pietosa e di novella etate
XIX - Se' tu colui c'hai trattato sovente XXI - Io mi senti' svegliar dentro a lo core
Rime della Vita Nuova

 
Donna pietosa e di novella etate,
adorna assai di gentilezze umane,
ch’era là ’v’io chiamava spesso Morte,
veggendo li occhi miei pien di pietate,
5e ascoltando le parole vane,
si mosse con paura a pianger forte.
E altre donne, che si fuoro accorte
di me per quella che meco piangia,
fecer lei partir via,
10e appressarsi per farmi sentire.
Qual dicea: "Non dormire",
e qual dicea: "Perché sì ti sconforte?"
Allor lassai la nova fantasia,
chiamando il nome de la donna mia.

15Era la voce mia sì dolorosa
e rotta sì da l’angoscia del pianto,
ch’io solo intesi il nome nel mio core;
e con tutta la vista vergognosa
ch’era nel viso mio giunta cotanto,
20mi fece verso lor volgere Amore.
Elli era tale a veder mio colore,
che facea ragionar di morte altrui:
"Deh, consoliam costui"
pregava l’una l’altra umilemente;
25e dicevan sovente:
"Che vedestù, che tu non hai valore?"
E quando un poco confortato fui,
io dissi: "Donne, dicerollo a vui.

Mentr’io pensava la mia frale vita,
30e vedea ’l suo durar com’è leggiero,
piansemi Amor nel core, ove dimora;
per che l’anima mia fu sì smarrita,
che sospirando dicea nel pensero:
- Ben converrà che la mia donna mora -.
35Io presi tanto smarrimento allora,
ch’io chiusi li occhi vilmente gravati,
e furon sì smagati
li spirti miei, che ciascun giva errando;
e poscia imaginando,
40di caunoscenza e di verità fora,
visi di donne m’apparver crucciati,
che mi dicean pur: - Morra’ti, morra’ti -.

Poi vidi cose dubitose molte,
nel vano imaginare ov’io entrai;
45ed esser mi parea non so in qual loco,
e veder donne andar per via disciolte,
qual lagrimando, e qual traendo guai,
che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere a poco a poco
50turbar lo sole e apparir la stella,
e pianger elli ed ella;
cader li augelli volando per l’are,
e la terra tremare;
ed omo apparve scolorito e fioco,
55dicendomi: - Che fai? non sai novella?
Morta è la donna tua, ch’era sì bella -.

Levava li occhi miei bagnati in pianti,
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
60e una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti: "Osanna";
e s’altro avesser detto, a voi dire’lo.
Allor diceva Amor: - Più nol ti celo;
vieni a veder nostra donna che giace -.
65Lo imaginar fallace
mi condusse a veder madonna morta;
e quand’io l’avea scorta,
vedea che donne la covrian d’un velo;
ed avea seco umiltà verace,
70che parea che dicesse: - Io sono in pace -.

Io divenia nel dolor sì umile,
veggendo in lei tanta umiltà formata,
ch’io dicea: - Morte, assai dolce ti tegno;
tu dei omai esser cosa gentile,
75poi che tu se’ ne la mia donna stata,
e dei aver pietate e non disdegno.
Vedi che sì desideroso vegno
d’esser de’ tuoi, ch’io ti somiglio in fede.
Vieni, ché ’l cor te chiede -.
80Poi mi partia, consumato ogne duolo;
e quand’io era solo,
dicea, guardando verso l’alto regno:
- Beato, anima bella, chi te vede! -
Voi mi chiamaste allor, vostra merzede".
 

[Vita Nuova XXIII 17-28]