Rime (Berni)/X. Capitolo delle pesche

X. Capitolo delle pesche

../IX. Capitolo dei cardi ../XI. Capitolo dell'orinale IncludiIntestazione 19 settembre 2008 75% letteratura

Francesco Berni - Rime (XVI secolo)
X. Capitolo delle pesche
IX. Capitolo dei cardi XI. Capitolo dell'orinale


Tutte le frutte, in tutte le stagioni,
come dir mele rose, appie e francesche,
3pere, susine, ciriegie e poponi,

son bone, a chi le piacen, secche e fresche;
ma, s’i’ avessi ad esser giudice io,
6le non hanno a far nulla con le pesche.

Queste son proprio secondo il cor mio:
sàsselo ogniun ch’io ho sempre mai detto
9che l’ha fatte messer Domenedio.

O frutto sopra gli altri benedetto,
buono inanzi, nel mezzo e dietro pasto;
12ma inanzi buono e di dietro perfetto!

Dioscoride, Plinio e Teofrasto
non hanno scritto delle pesche bene,
15perché non ne facevan troppo guasto;

ma chi ha gusto fermamente tiene
che le sien le reine delle frutte,
18come de’ pesci i ragni e le murene.

Se non ne fece menzïon Margutte,
fu perché egli era veramente matto
21e le malizie non sapeva tutte.

Chi assaggia le pesche solo un tratto
e non ne vòle a cena e a desinare,
24si può dir che sia pazzo affatto affatto

e che alla scuola gli bisogni andare
come bisogna a gli altri smemorati
27che non san delle cose ragionare.

Le pesche eran già cibo da prelati,
ma, perché ad ogniun piace i buon bocconi,
30voglion oggi le pesche insino a i frati,

che fanno l’astinenzie e l’orazioni;
così è intravenuto ancor de’ cardi,
33che chi ne dice mal Dio gliel perdoni;

questi alle genti son piaciuti tardi,
pur s’è mutata poi l’oppinïone
36e non è più nessun che se ne guardi.

Chi vuol saper se le pesche son buone
et al giudizio mio non acconsente,
39stiasene al detto dell’altre persone,

c’hanno più tempo e tengon meglio a mente,
e vedrà ben che queste pesche tali
42piacciono a’ vecchi più che all’altra gente.

Son le pesche apritive e cordïali,
saporite, gentil, restorative,
45come le cose c’hanno gli speziali;

e s’alcun dice che le son cattive,
io gli farò veder con esse in mano
48ch’e’ non sa se sia morto o se si vive.

Le pesche fanno un ammalato sano,
tengono altrui del corpo ben disposto,
51son fatte proprio a beneficio umano.

Hanno sotto di sé misterio ascosto,
come hanno i beccafichi e gli ortolani
54e gli altri uccei che comincian d’agosto,

ma non s’insegna a tutti i grossolani;
pur chi volesse uscir di questo affanno
57trovi qualche dottor che glielo spiani,

ché ce n’è pur assai che insegneranno
questo secreto et un’altra ricetta
60per aver delle pesche tutto l’anno.

O frutta sopra l’altre egregia, eletta,
utile dalla scorza infino all’osso,
63l’alma e la carne tua sia benedetta!

Vorrei lodarti e veggio ch’io non posso,
se non quanto è dalle stelle concesso
66ad un ch’abbia il cervel come me grosso.

O beato colui che l’usa spesso
e che l’usarle molto non gli costa,
69se non quanto bisogna averle appresso!

E beato colui che da sua posta
ha sempre mai qualch’un che gliele dia
72e trova la materia ben disposta!

Ma io ho sempre avuto fantasia,
per quanto possi un indovino apporre,
75che sopra gli altri avventurato sia

colui che può le pesche dare e tôrre.