Puerili (Leopardi)/A quella di cui parla questa canzone

A quella di cui parla questa canzone

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A quella di cui parla questa canzone
Per una donna inferma Nella morte di una donna fatta trucidare
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a quella di cui parla questa canzone


Poi ch'è piaciuto a Dio, consapevole del nostro dolore, di concedervi la memoria di quella calamità che, secondo ogni giudizio, parea l'ultima di vostra vita, e contro ogni speranza umana restituirvi al pianto de' vostri e alla disperazione mia, voglio che questa canzone vi sia dedicata in maniera anche più speciale. Dov'io, piangendovi sconsolatamente come poco meno che morta, potete pensare se giudicassi di dovervi mai leggere questi miei lamenti, e parlare seco voi di quelle angosce, e di quei presso ch'estremi saluti, e di quelle amarissime lagrime mie. Quando anche presentemente, come cosa incredibile e sospirata molto più che non si può mai significare, a gran pena mi rendo certo che non sia pura visione e inganno del desiderio. Stimo che non vi rincrescerà che s'abbia a ritrovare questo monumento del mio cordoglio e di quella gioia, della quale non mi ricordo né spero la somigliante. Come neanche vi sarà grave a riandare quel tempo miserabile, perché la rimembranza delle cose passate è cara, non solamente per quanto sieno infelici, ma anche durando la stessa calamità. Queste cose le ho volute scrivere in questo luogo, acciocché, se mai qualcheduno, leggendo il mio povero canto, si [p. 203 modifica]fosse doluto con me della morte che vi sovrastava, debba anche venire a parte della contentezza che ho provata e provo ora che Dio v'ha salvata. E sgombrandosegli il cuore in un punto, e salutandovi con tutto lo spirito, come dolcissima cosa perduta e pianta e improvvisamente ricuperata, vi preghi da Dio, com'io fo, in compenso delle sventure passate, la perpetua gioventù del cuore e di quegl'indicibili affetti che soli confortano e ricuoprono quest'acerbissima nullità delle cose.