Poesie (Fantoni)/Odi/Libro I/XXIII. Alla medesima

XXIII. Alla medesima

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XXIII

Alla medesima

In occasione di una festa data dalle LL. MM. siciliane in Livorno
per il natalizio di Maria Luisa di Borbone, granduchessa di Toscana

(1785)

Ride la gioia: a regia mensa mesce
Bacco il falerno a Citerea che danza.
Nacque Luisa in questo giorno? Ah cresce
la mia speranza!

     5Cresce, riposta nel tuo cuor pietoso,
sebezia diva. Il mio destin s’incida:
non spera invano in questo di glorioso
chi in te confida.

     Né le mie preci, né i miei versi sono
10alla tua mente ed al tuo cuore ignoti:
ancor su l’ali, lusingando il trono,
stanno i miei voti.

     Recami teco per il mare infido
delle sirene alla beata sponda,
15ove di Chiaia flagellando il lido
mormora l’onda.

     Nuovo Anfione, su la regia prora
l’ire proterve placherò dei venti;
a me d’intorno taceranno allora
20l’aure frementi.

     Cinto d’alloro l’onorate chiome,
voglio la spiaggia salutar vicina
ed insegnarle a replicare il nome
di Carolina.