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Odi varie - Rimembranza e presagio

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Luigi Carrer - Poesie (XIX secolo)
Odi varie - Rimembranza e presagio
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RIMEMBRANZA E PRESAGIO.

     Heu mihi, quia incolatus meus prolungatus est! habitavi cum habi-tantibus Cedar. Multum incola fuit anima mea.

Ps. CXIX.


Fui felice e saggio anch’io,
     Dove e quando dir non so;
     Steso è il velo dell’obblio
     4Sull’etade che passò.

Forse fui felice e saggio
     Sotto il cielo borëal,
     Ove il sole ha scarso il raggio,
     8E la notte al dì preval?

Sul gelato Boristéne,
     Nei deserti d’Astracán,
     O tra gli orsi e le balene
     12Del finlandico ocëán?

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Nell’aduste sabbie ircane,
     Ove il lesto masnadier
     A predar le caravane
     16Sprona l’arabo destrier?

Ove alberga il popol nero,
     Che di piume avvolge il crin,
     E profumano il sentiero
     20Cinnamomo e belgiuin?

Nei boschetti di Soria,
     Tra i serragli dei sofì,
     Nell’amena Circassia,
     24Ove nascono le Urrì?

Presso l’antro Dodoneo
     Del futuro scopritor,
     Lungo i lidi dell’Egeo
     28Di cent’isole signor?

O dei campi siciliani
     Nella fertile beltà,
     Ove fumano i vulcani
     32E sgomentan le città?

Nella terra avventurata
     Che Colombo indovinò,
     Sulle rive della Plata
     36O del barbaro Orenò?

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All’età dei voti parchi
     E dei candidi pensier,
     Quando furo i Patrïarchi
     40Magi, principi, e guerrier,

E su quattro monde pietre
     Cadde vittima l’agnel,
     E fur sacre a Dio le cetre
     44Del belligero Isräel?

Quando Grecia lauri ottenne
     E dell’arti i primi onor,
     E vassalla a dettar venne
     48Leggi al fero vincitor?

Poichè un solo in ceppi avvinse
     L’universo prigionier,
     E regnando cauto estinse
     52La memoria del guerrier?

Quando barbare masnade
     Giù dell’alpe divallâr
     E de’ numi la cittade
     56Di crüenta orma stampâr?

Od allor che i duchi felli,
     Cinti d’armi e di terror,
     Dai turrigeri castelli
     60Teser lacci al vïator?

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Quando un patto sanguinoso
     Strinser l’itale città,
     E nemiche di riposo
     64Ebber dura libertà?

Poichè amore i petti schiuse
     E spuntâr più lieti dì,
     E il linguaggio delle Muse
     68L’universo aggentilì?

Quando i Medici corone
     All’ingegno dispensâr,
     E all’invito di Lëone
     72L’arti sursero a regnar?

Non so dove, non so quando,
     Fui felice e saggio un dì;
     Da quel loco io vivo in bando,
     76Quell’età da me fuggì.

Terra incognita e felice,
     A te vola il mio pensier;
     Una voce al cor mi dice
     80Ch’io ti deggio riveder.

Troppo lunghe e gravi offese
     Sopportai da te lontan
     Un’etade invan ti chiese,
     84Non ti chieda un’altra invan.