Pensieri e giudizi/I/XVII

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XVII.

settembre 1907.

Che la giustizia esista, non è da dubitare; ma che stia di casa in Italia, nessuno, credo, oserebbe asserirlo.

Tutti i lavoratori, gemendo e fremendo, la invocano: Vieni, o santa, a darci il tozzo che ci spetta, a dare a ciascuno il frutto lagrimato del proprio lavoro, a pagare tutti egualmente e con la stessa moneta. Non indugiar troppo a fare il tuo dovere come noi abbiamo fatto e facciamo il nostro, non gingillarti per le vie fiorite, non civettare con gli Scribi e i Farisei, non cospirare coi tuoi falsi ministri, non prostituirti ai potenti, non ci ridurre a cercare salute nella disperazione. E provvedi subito alla nostra necessità, se non vuoi trovarci minacciosi e stecchiti, noi e i nostri figli, alla porta degli Epuloni concubinati con la fortuna e adorati in ginocchio dalla grufolante viltà.