Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/938

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[p. 280 modifica] degli uomini che ne aveva a seguire. Opposizione che non si è vinta se non con infinite difficoltà, con gli studi e con cento mezzi niente naturali, facendo forza [p. 281 modifica]alla natura, come si sono superate tutte le altre barriere che la natura avea poste all’incivilimento e alla scienza.

III. Come la società, cosí anche la lingua fa progressi coll’estensione, e la lingua di un piccolo popolo è sempre rozza, povera e bambina balbettante, se non in quanto ella può essere influita dal commercio coi forestieri, che è fuori, anzi contro il caso. Si vede dunque che la natura coll’impedire l’estensione di una lingua uniforme ne ha voluto anche impedire il perfezionamento, anzi anche la semplice maturità o giovanezza. Da ciò segue che la lingua destinata dalla natura primitivamente e sostanzialmente agli uomini era una lingua di ristrettissime facoltà, e quindi di ristrettissima influenza. Dunque segue che essendo la lingua l’istrumento principale della società, la società destinata agli uomini dalla natura era una società di pochissima influenza, una società lassa e non capace di corromperli, una società poco maggiore di quella ch’esiste fra i bruti, come ho detto in altri pensieri.

IV. Colla debolezza della lingua destinataci, la natura avea provveduto alla conservazione del nostro stato primitivo, non solo in ordine alla generazione contemporanea,