Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/559

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[p. 61 modifica] positivamente, definitamente e necessariamente a farlo tale.

Da che dunque il principe fu cattivo o non perfetto, la monarchia perdé la sua ragione, perché non poteva piú corrispondere al suo scopo, cioè al ben comune. L’unità restava, ma non il di lei fine; anzi l’unità, invece di condurre al detto fine, era un mezzo di allontanarlo e renderlo impossibile. Cosí anche la società, perduta la sua ragione e il suo scopo, cioè il comun bene, tornava ad essere inutile e dannosa, con [p. 62 modifica]quel di piú che risultava dall’assurdità, barbarie, e pregiudizio sommo, dell’esser tutti nelle mani di un solo inteso a danneggiarli. In questo stato tornava meglio o sciorre affatto la società o diminuire, laxare, quell’unità, ch’essendo da principio e in natura il massimo e piú necessario de’ beni sociali, cosí dopo la corruzione è il sommo de’ mali e l’istrumento e sorgente delle piú terribili infelicità.