Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4439

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[p. 372 modifica] a dir proprio: perché questo tale veramente manca di se medesimo nella vita (17, 1829). Vedi p. 4488.


*    N. N. legge di rado libri moderni; perchè, dice, io veggo che gli antichi a fare un libro mettevano dieci, venti, trent’anni; e i moderni, un mese o due. Ma per leggere, tanto tempo ci vuole a quel libro ch’è opera di trent’anni, quanto a quello ch’è opera di trenta giorni. E la vita, da altra parte, è cortissima alla quantità de’ libri che si trovano. Onde ec. (17, 1829).


*    I forti, i fortunati, sentono e s’interessano per altrui ἐκ τοῦ περισσοῦ delle loro facoltà e forze: i deboli [p. 373 modifica]ed infelici non ne hanno abbastanza per se medesimi. Il sentimento per altrui non è veramente altro che un superfluo, un eccesso delle proprie facoltà misurate coi bisogni e colle occorrenze proprie (17, 1829).


*    In questo secolo sí legislativo, nessuno ha pensato ancora a fare un codice di leggi, civile e criminale, utopico, ma in tutte forme, e tale da servir di tipo di perfezione, al quale si dovessero paragonare tutti gli altri codici, per giudicare della loro bontà, secondo il piú o meno che se gli assomigliassero; tale ancora, da potere, con poche modificazioni o aggiunte richieste puramente dalle circostanze di luogo e di tempo, essere adottato da qualunque nazione, almeno sotto una data forma di governo, almeno nel secolo presente, e dalle nazioni civili ec. (17, 1829).


*    Tomber, tumbar (spagnuolo) - tombolare. Tumbo (spagnuolo)-tombolo ec.