Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3675

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[p. 101 modifica] nel sapere scrivere, purché questo tale sia veramente ed intimamente persuaso della difficoltà ch’ei dice, e non la affermi solamente a parole e mosso da quello ch’ei n’intende dire, e dalla voce comune (perocché anche chi non sa scrivere dice che il bene scrivere è molto difficile, ma e’ nol dice per coscienza né per prova né con vera persuasione, e s’egli è uno di quelli che s’intrigano di scrivere e che presumono di saperlo fare, certo è ch’egli in verità non crede che ciò sia difficile, come comunemente si dice, e com’ei pur dice cogli altri). Per lo contrario, lo stimare che il bene scrivere sia cosa facile o poco difficile, e il confidarsi di poterlo e saperlo agevolmente fare, o poterlo apprender con poco, è certo segno di non saper far nulla, e di esser sui principii nel possesso dell’arte, o molto indietro (cosí è generalmente di tutte le arti, scienze ec.). Da queste osservazioni si dee raccogliere quanti possano esser quelli che perfettamente conoscano il pregio, e stimino il travaglio, il sapere, l’arte e l’artifizio di una perfetta scrittura e di un perfetto scrittore, del che a pp.2796-9 (12 ottobre 1823, domenica).