Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3366

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[p. 344 modifica] à Cirey, 1737, tome 1r de la Correspondance de Frédéric II, Roi de Prusse, Xe de la collection des Oeuvres Complettes de Frédéric II, Roi de Prusse, 1790, p. 142 (6 settembre 1823).


*    La lingua latina s’introdusse, si piantò e rimase in quelle parti d’Europa nelle quali entrò anticamente e si stabilí la civilizzazione. Ciò non fu che nella Spagna e nelle Gallie. Quella fino dagli antichi tempi produsse i Seneca, Quintiliano, Columella, Marziale ec., poi Merobaude, S. Isidoro ec. e altri moltissimi di mano in mano, i quali divennero letterati e scrittori latini, senza neppure uscire, come quei primi, dal loro paese, o quantunque in esso educati, e non, come quei primi, in Roma. Le Gallie produssero Petronio Arbitro, Favorino ec., poi Sidonio, S. Ireneo ec. La civiltà v’era già innanzi i romani stata introdotta da coloni greci. Di piú la corte latina v’ebbe sede per alcun tempo. La Germania, benché soggiogata anch’essa da’ romani, e parte dell’impero latino, non diede mai adito a civiltà né a lettere, né a’ buoni né a’ mediocri né a’ cattivi tempi di quell’impero. Ella fu sempre barbara. Non si conta fra gli scrittori latini di veruna latinità