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*   Quello ch’io dico della filosofia de’ romani, e in genere di ogni filosofia, si conferma dall’esser cosa già osservata che la religione si ritrova presso la culla di tutti i popoli, in quella guisa che la filosofia si è trovata sempre vicina alla lor tomba. (Essai sur l’indifférence en matière de religion, nelle prime linee del capo 2. E poco dopo il principio del capo 1, dopo aver detto che la filosofia greca, tanto temuta da Catone e nondimeno insinuatasi fra i romani, fu la cagione della [p. 396 modifica]rovina di Roma vincitrice del mondo, soggiunge ch’é un fatto degno della piú seria considerazione che tutti gl’imperi, la cui storia è da noi conosciuta e che erano stati consolidati dal tempo e dalla prudenza, si videro rovesciati dai sofisti. Nel capo secondo si estende maggiormente in provare che la filosofia fu la distruttrice di Roma, e conviene con Montesquieu il quale non teme di attribuire la caduta di quest’impero alla filosofia di Epicuro, aggiungendo in nota che Bolinghbroke pensa in questo punto assolutamente come Montesquieu: «L’obblio ed il disprezzo della religione furono la cagione principale dei mali che