Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3217

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[p. 251 modifica] o l’assuefazione o altro, e talvolta giungono fino a perderlo affatto di vista, ed esser fondamento [p. 252 modifica] e ragione a se stesse, il che è intervenuto in buona parte alla poetica, intervenne ancora all’arte musica.1 Quindi è che spessissimo sia giudicato buono ed ottimo dagl’intendenti, e perciò piaccia loro sommamente, e che sia melodia per essi, quello che dal popolo e da’ non intendenti è giudicato o mediocre o cattivo, che poco o niun effetto produce in essi, che poco o nulla gli diletta, che per essi non è assolutamente melodia: sebbene ei lodano sovente ed ammirano cotali composizioni di tuoni, o in vista delle qualità indipendenti dall’armonizzare della loro combinazione successiva, che di sopra ho descritte, o mossi dalla fama del compositore o dalla voce degl’intendenti o dal favore o dal diletto altre volte ricevuto nelle composizioni del medesimo o dalla coscienza della propria ignoranza o dalla maraviglia delle difficoltà e stranezze che in tali composizioni ravvisano, o dalla stessa novità, benché per essi nulla dilettevole musicalmente, o in fine da cento altre cause estrinseche e accidentali, o diverse e indipendenti dal diletto che nasce dal senso della melodia, cioè della convenienza scambievole de’ tuoni nel succedersi

Note

  1. Maggiormente sconvenevole però si è questo nella musica che nella poesia. Perocché la scienza musicale, in ordine alla musica, è di piú basso e ben piú lontano rango, che non è la poetica in ordine alla poesia. Il contrappunto è al musico quel che al poeta è la grammatica. La musica non ha un’arte che risponda a quel ch’é la poetica alla poesia, la rettorica all’oratoria. Ben potrebbe averla, ma niuno ancora ha pensato a ridurre a principii e regole le cagioni degli effetti morali della musica e del diletto che da lei deriva, e i mezzi di produrli ec.