[p. 238 modifica] altri in una medesima carriera, volersi collocare sul luogo delle mosse quando gli altri sono già corsi tanto spazio verso la meta, ricominciare quello che gli altri stanno perfezionando; e sarebbe anche impossibile, perché né i nazionali né i forestieri c’intenderebbono se volessimo trattare in modo affatto nuovo le cose a tutti già note e familiari, e noi non ci cureremmo di noi stessi, e lasceremmo l’opera, vedendo nelle nostre mani bambina e schizzata quella che nelle altrui è universalmente matura e colorita; e questo vano rinnovamento piuttosto ritarderebbe e impaccerebbe di quel che accelerasse e favorisse gli avanzamenti della filosofia e letteratura moderna e filosofica. Erano ben altri ingegni tra’ latini al tempo che s’introdussero e crebbero gli studi nel Lazio; ben altri ingegni, dico, che oggi in Italia non sono. Né però essi vollero rinnovare né la filosofia, né la letteratura (la quale essendo allora poco filosofica si potea pur variare passando a nuova nazione), ma trovando l’una e l’altra in alto stato, e grandissimamente avanzate e mature appresso i