Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1990

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[p. 479 modifica] alla quale non possa avvezzarsi. Tanto è vero che l’uomo, il vivente e tutto ciò che esiste, è nato per fare e per fare tanto vivamente, quanto egli è capace, vale a dire che l’uomo è nato per l’azione esterna ch’é assai piú viva dell’interna. Tanto piú che l’interna nuoce al fisico quanto ell’é maggiore e piú assidua, e l’esterna viceversa. Quanto all’azione interna dell’immaginazione, essa sprona e domanda impazientemente l’esterna, e riduce l’uomo a stato violento, se questa gli è impedita. E quella infatti agognano i giovani, i primitivi, gli antichi, e non si può loro impedire senza metter la loro natura in istato violento. Ciò non per altro se non perché l’uomo e il vivente tende sempre naturalmente alla vita, e a quel piú di vita che gli conviene (26 ottobre 1821).


*    Ho detto che la grazia ec. deriva dai contrasti, e perciò spesso l’uomo, e l’amore inclina al suo contrario. Osserviamo infatti che alla donna debole per natura, piace la fortezza dell’uomo, e all’uomo viceversa. Il che sebbene deriva immediatamente dalla naturale inclinazione d’ambo i sessi, contuttociò viene in parte dalla