Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1081

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[p. 390 modifica] come inerente al sistema né come naturale. Né dobbiamo lambiccarci il cervello per metterla in concordia col sistema delle cose (il che è impossibile), né immaginare un sistema sopra questi inconvenienti, un sistema fondato sopra gli accidenti, un sistema che abbia per base e forma le alterazioni accidentalmente fatteci, un sistema diretto a considerare come necessarie e primitive delle cose accidentali e contrarie all’ordine primordiale; ma dobbiamo riconoscere formalmente l’opposizione che ha la nostra infelicità col sistema della natura e la differenza che corre fra esso, fra gli effetti suoi, e gli effetti della sua alterazione e depravazione parziale e accidentale.

Lasciando che molti inconvenienti che son tali per alcuni esseri non lo sono per altri, e molti che lo sono per alcuni sotto un aspetto non lo sono per li medesimi sotto un altro aspetto ec. ec.

Dimostrando dunque i diversissimi e gagliardissimi ostacoli opposti dalla natura al nostro stato presente, io vengo a dimostrare che questo, e l’infelicità dell’uomo che ne deriva, è accidentale e indipendente dal sistema della natura e contrario all’ordine delle cose, e non essenziale ec. (23 maggio 1821). Vedi p. 1082.