Pensieri, Moralisti greci/III. Moralisti Greci - Volgarizzamenti/IV. Appendice ai Volgarizzamenti/3. Caratteri morali di Teofrasto

3. Caratteri morali di Teofrasto

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3.

CARATTERI MORALI DI TEOFRASTO

Prologo.

Piú volte giá per lo addietro, meditando meco medesimo, io mi sono maravigliato, e forse io non lascerò di maravigliarmi ancora per l’avvenire, di questo che noi veggiamo, che con essere la Grecia sottoposta ad uno stesso aere, e i greci solere essere allevati universalmente a una guisa, tuttavia si trovano i nostri costumi essere tra sé discordi e dissomiglianti. Io dunque, o Policle, avendo considerata per buono spazio di tempo la natura degli uomini, come quello che mi trovo essere vissuto insino a qui ben settantanove anni, e che ho usato e avuto a fare con molte e diversissime qualitá di persone; ed avendo bene accuratamente comparato i buoni e valorosi coi tristi, sono entrato in pensiero di dovere esporre per iscrittura i modi e gli andamenti che si sogliono tenere dagli uni e dagli altri nella loro vita. Per tanto discorrendo di mano in mano genere per genere, io ti darò ad intendere particolarmente il diverso fare delle persone, e 11 modo come elle usano di governarsi; atteso, o Policle, che io sono di opinione che i nostri figliuoli debbano riuscire piú virtuosi se noi lasceremo loro di cosí fatti libri, dei quali essi servendosi come per mostre o esempi, ragionevolmente si eleggeranno di comunicare e conversare coi piú costumati, per non avere a essere da meno di quelli. Vengo dunque di presente al proposito: a te si aspetta di venirmi accompagnando coll’attenzione, e veder se ti pare che io dica la veritá. E senza [p. 216 modifica]fare altri preamboli né distendermi maggiormente sopra il generale della cosa, incomincerò da coloro che vanno dietro al simulare, e definito che avrò la simulazione, dirò del simulatore, di che condizione sia e che stile abbia. E cosí di poi seguitando, m’ingegnerò di dare a conoscere gli altri vizi, sorta per sorta, secondo che ho proposto di dover fare.

Capitolo Primo

Della simulazione.

La simulazione adunque si potrebbe dire in sostanza che non fosse altro che un fingere in parole e in opere a fin di male. E la qualitá e lo andamento del simulatore sono dell’infrascritto modo. Questo tale andrá, ponghiamo caso, ad un suo nimico, e fará sembiante di non odiarlo, anzi di averlo caro. Loderá presenzialmente uno al quale di nascoso cercherá nuocere; e intervenendo a questo medesimo alcun sinistro, fará vista di contristarsene. Mostrerá di perdonare a chi parlerá male del fatto suo, e di non si curare di quello che sará detto contro di sé. E a coloro a chi esso fa ingiuria e che si risentono, userá modi e parole dolci e tranquille. Talvolta che uno sará venuto e avrá fretta di favellargli, esso manderagli significando di dover tornare, scusandosi di essere arrivato a casa poco dianzi, o che l’ora è tarda, o ch’ei si sentirá male. Qualsivoglia cosa che questo cotale faccia, non confessa di farla, ma dice che sta deliberando o che ha intenzione.