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saluti da tutte le parti. Il conte di Vandeuvres sporgeva il capo dietro le larghe spalle di Bianca, mentre Fauchery, con la coda dell’occhio esaminava i Muffat, il conte molto grave; come se non intendesse, la contessa sorridente, astratta, gli occhi nel vuoto, fantasticando. Ma improvvisamente in quel malessere, gli applausi della claque scoppiarono con la regolarità d’un fuoco di pelottone. Tutti si voltarono verso la scena. Era finalmente Nana? Come la si faceva aspettare quella Nana! Era invece una deputazione di mortali introdotti da Iride e Ganimede, rispettabili galantuomini, tutti mariti beffati, i quali venivano a presentare al Signore dell’Olimpo una supplica contro Venere, la quale infiammava le loro mogli di soverchi ardori. Il loro coro, su di un motivo piagnucoloso ed ingenuo, rotto da silenzi pieni di confessioni, divertì molto. Una parola fe’ il giro della sala:

«Il coro dei Cornuti, il coro dei Cornuti» e la parola restò: si chiese il bis. Le teste dei coristi erano buffe, si trovava la loro faccia adatta alle parte, quella in ispecie d’un grassoccio che pareva una luna piena. Si cercava Venere per mari e monti quando ecco capitar Vulcano, furibondo, in cerca della moglie che aveva dormito fuor di casa e dietro cui correva da due giorni. Il coro ripigliava, implorando Vulcano, il Dio dei Cornuti. Il personaggio di Vulcano, era rappresentato da Fontan, un comico brillante, di un talento originale, da trivio, in costume di fabbro campagnuolo, un gran parruccone al vento, le braccia nude tatuate con cuori trapassati da freccie.

Ad una donna scappò detto fortissimo: oh! com’è brutto! e tutti risero applaudendo.

Venne poi una scena che parve interminabile: Giove non la finiva più coll’adunar il consiglio degli Dei, per sottomettergli la supplica dei mariti ingannati. E Nana non compariva mai. La serbavano dunque per l’ultime scene! Un’aspettazione sì prolungata alla fine cominciava ad irritare il pubblico. I mormorii ricominciavano.

— La va male, diceva Mignon raggiante, a Steiner. Una bella mistificazione, vedrete?

In quel punto le nubi in fondo si aprirono e Venere ap-