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zola

— Sogni, sogni! Il commercio è il commercio; di qui non se n’esce. Oh! quanto a riuscire glie l’ammetto, ma non vo piú in là. Per un pezzo m’aspettavo che facessero tutti un tuffo; già me l’aspettavo e avevo pazienza, te ne rammenti? oggi pare invece che bisogni esser ladri per far fortuna, e la gente onesta muore sulla paglia... Ecco a che siamo ridotti; son costretto a inchinarmi davanti ai fatti. E m’inchino, Dio mio! m’inchino...

A poco a poco una collera repressa lo accendeva. D’un tratto afferrò la forchetta e la brandí:

— Ma io resterò ritto sino all’ultimo respiro! Il Vecchio Elbeuf non si piegherà mai! Capisci? io gliel’avevo detto al Bourras: «Amico, tu scendi a patti, con i ciarlatani; tutti questi vostri rimpasticciamenti sono una vergogna!».

— Mangia, mangia! — interruppe la moglie, inquieta di vederlo riscaldarsi cosí.

— Aspetta: voglio che la mia nipote sappia bene di che panni vesto io... Sta’ a sentire, figliuola mia: io sono come questa boccia: di qui non mi muovo. Riescono? peggio per loro! io, protesto!

La serva portò l’arrosto. Il Baudu lo tagliò con mani che tremavano; ma non aveva piú l’occhiata sapiente, la maestria di prima, a ben pesare le parti. La coscienza della sconfitta gli toglieva la sicurezza, che aveva prima, di padrone rispettato. Com’egli diceva da sé, non gli restava che una forza sola, quella dell’ostinazione nelle sue idee, la forza d’aspettare che la sua casa rovinasse, senza fare un passo né a destra né a sinistra per schivare di averla sul capo. Beppino s’era figurato che lo zio s’infuriasse, e bisognò rassicurarlo, dandogli subito i biscotti, che sta-


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