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il paradiso delle signore |
che trovasse qualcosa per bene. E buttava sul banco i mantelli ordinari con un gesto che voleva dire: non vedete che porcheria? La Marty non osava piú dire che le piacevano. Si chinò all’orecchio della Desforges:
— Non è vero che gli uomini servono meglio?... Con loro ci si sente piú libere.
Finalmente Margherita mise innanzi un mantello di seta guarnito di jais, con aria piú rispettosa. E la signora Aurelia chiamò con voce severa Dionisia:
— Venite qua, servite a qualche cosa, almeno... Su, mettetevi un po’ questo mantello!
Dionisia, ferita nel cuore, disperando di poter mai riuscire a bene in quel magazzino, era rimasta immobile, con le mani penzoloni. Non ci poteva piú esser dubbio, l’avrebbero licenziata: e pensava che i ragazzi non avrebbero piú avuto nemmeno un pezzo di pane. Il frastuono della folla le rumoreggiava pel capo: barcollava, i muscoli non le reggevano piú, stanchi d’aver alzato tanti mucchi di vestiti, lavoro da facchino che non aveva fatto mai. Nondimeno si avvicinò, e lasciò che Margherita le mettesse addosso il mantello come sopra un fantoccio.
— State su dritta disse la signora Aurelia.
Ma quasi subito dimenticarono lei e il mantello. Il Mouret era entrato col Vallagnosc e il Bourdoncle: salutava le signore e accoglieva i loro complimenti per la magnifica mostra delle novità» da inverno. Naturalmente, parlarono soprattutto del salotto orientale. Il Vallagnosc, che aveva finito il giro lungo i banchi, mostrava piú meraviglia che ammirazione; in
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