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il paradiso delle signore

le malines, valenciennes, chantilly, col viso riscaldato a poco a poco da una gioia sensuale: Bianca, accanto a lei, presa dalla stessa passione, era diventata pallida pallida, nel viso grassoccio e molle.

La conversazione, intanto, seguitava: l’Hutin le avrebbe prese a schiaffi, costretto ad aspettare immobile quanto piacesse loro di trattenerlo.

— To’! — disse la Marty — voi guardate delle sciarpe e dei veli come quelli che vi feci vedere ieri l’altro!

Era vero: la De Boves, fin dal sabato tormentata dalle trine della Marty, non aveva potuto resistere al bisogno di tuffarvi almeno le mani, dacché non le era lecito, per le strettezze in cui la teneva il marito, di portarsele via. Arrossí un po’, e disse ch’era stata la Bianca che aveva voluto vedere delle sciarpe di trina spagnuola. Poi soggiunse:

— Voi andate alle «confezioni»; a rivederci tra poco. Ci ritroveremo nel salotto orientale.

— Sí, nel salotto orientale... Com’è bello, eh?

Si separarono con beate esclamazioni, in mezzo alla calca che s’era fatta intorno alle trinucce da poco prezzo. Il Deloche, tutto contento d’aver da fare, s’era rimesso a votare le scatole dinanzi alla mamma e alla figliuola. E l’ispettore Jouve passeggiava pian piano tra i gruppi affollati lungo i banchi, mettendo in mostra la sua medaglia, e aprendo bene gli occhi su quelle merci sí fini e preziose, che tanto facilmente si posson nascondere sotto un soprabito o dentro una manica. Quando passò dietro alla De Boves, sorpreso nel vederla col braccio tuffato


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