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438 pensieri (4502-4503)

toujours. ib., 231. Serva a que’ miei pensieri, ove dico che le occupazioni ec., il cui fine è il solo piacere, non danno mai piacere ec. (9 maggio).


*    Alla p. 4418. L’existence des êtres finis est si pauvre et si bornée, que quand nous ne voyons que ce qui est, nous ne sommes jamais émus. Ce sont les chimères qui ornent les objets réels, et si l’imagination n’ajoute un charme à ce qui nous frappe, le stérile plaisir qu’on y prend se borne à l’organe, et laisse toujours le coeur froid. ib., 242


*    Guardare per aspettare ec., del che altrove. Aguato, agguato, aguatare, agguatare ec. per insidiare, vagliono propriamente aspettare al passo, e in proprio senso equivalgono all’aguardar spagnuolo.


*    Navita - nauta; navis - naufragium ec.; e simili.  (4503)


*   Forma diminutiva italiana in astro: Pollastro, vincastro ec. Disprezzativa: Giovinastro, medicastro, poetastro. ec. Fors’anche frequentativa, e in astrare. Cosí in francese: folâtre, folâtrer ec. (9 maggio). Verdastro, verdâtre per verdigno; e simili. Padrastro ec.


*    Torreo-tostum-tostar, spagnuolo. Elixus, assus, forse participii; e quindi assare, elixare, forse continuativi. Livio VII, 10, linguam exserere, laddove l’antico annalista Quadrigario, appresso Gellio, IX, 13, al quale allude lo stesso Livio, linguam exsertare: benissimo Quadrigario: e non è frequentativo, ma continuativo, perchè, come ho detto altrove, il frequentativo indica il soler fare (a non certi intervalli e tempi) una cosa, e non il farla continuamente, di seguito e ripetutamente in un dato e piccolo spazio di tempo. Cosí considerati, anche i verbi in ico, e gli altri che si chiamano frequentativi, oltre quelli in ito, si vedranno essere piú propriamente continuativi (10 maggio 1829).