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(4422-4423) pensieri 357

dei gesti e della recitazione. Sentimento doloroso che io provo in casi simili, vedendo un uomo giovane, ponendo in burla se stesso, la propria gioventú, le  (4423) proprie sventure, e dandosi come in ispettacolo e in oggetto di riso, rinunziare ad ogni cara speranza, al pensiero d’ispirar qualche cosa nell’animo delle donne, pensiero sí naturale ai giovani, e abbracciare e quasi scegliere in sua parte la vecchiezza spontaneamente e in sul fiore degli anni: genere di disperazione de’ piú tristi a vedersi, e tanto piú tristo quanto è congiunto ad un riso sincero, e ad una perfetta gaieté de coeur (Recanati, 3 dicembre, festa di San Francesco Saverio, 1828).


*    Io abito nel bel mezzo d’Italia, nel clima il piú temperato del mondo; esco ogni giorno a passeggiare nelle ore piú temperate della giornata; scelgo i luoghi piú riparati, piú acconci ed opportuni; e dopo tutto questo, appena avverrà due o tre volte l’anno che io possa dire di passeggiare con tutto il mio comodo per rispetto al caldo, al freddo, al vento, all’umido, al tempo e simili cose. E vedete infatti, che la perfetta comodità dell’aria e del tempo è cosa tanto rara, che quando si trova, anche nelle migliori stagioni, tutti, come naturalmente, sono portati a dire: che bel tempo! che buon’aria dolce! che bel passeggiare! quasi esclamando, e maravigliandosi come di una strana eccezione, di quello che, secondo il mio corto vedere, dovrebbe pur esser la regola, se non altro, nei nostri paesi. Gran benignità e provvidenza della natura verso i viventi! (3 dicembre 1828).


*    L’esclusione dello straniero e del suddito dai diritti (quantunque naturali e primitivi) del cittadino e della nazion dominante, esclusione caratteristica di tutte le legislazioni antiche, di tutte le legislazioni appartenenti ad una mezza civiltà; esclusione fondata