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56 pensieri (2885-2886)

si scrive tabola per tavola, egloge per egloghe ec. ec., oltre philosopho, admirando, ad pena per appena ec. (3 luglio 1823).


*    Alla p. 2821. Altresí farebbe a questo proposito il verbo nicto is detto (se però mai fu detto, e vedi il Forcellini) per nicto as, (o nictor aris), il quale è verbo continuativo fatto dall’inusitato niveo, e dimostra sí l’antica esistenza di questo niveo, ch’é anche dimostrata dal suo composto conniveo, sí il participio o supino di quello e di questo, che ora ne manca, il quale anche  (2886) sarebbe dimostrato dal nome nictus us, secondo i ragionamenti da me fatti altrove, se però questa è voce vera, e se, e quando significa nictatio, e non nisus. Perocché anche nisus pare ch’ella possa significare, secondo il Forcellini, e in questo senso ella servirebbe altresí a comprovare l’antico participio nictus di nitor eris, usato già in vece di nixus e di nisus; dal quale nictus di nitor nasce altresí il continuativo nictari, il quale io credo totalmente diverso da nicto di niveo, e non tutt’uno, come vuole il Forcellini ec., giacché i due significati non hanno la menoma analogia, e d’altra parte l’origine dell’uno e dell’altro verbo è pianissima, perché, se v’é conniveo, dovette esservi niveo, e facendosi da conniveo connixi deve farsi nel supino connictum, come da dixi dictum, e quindi da niveo nictum, e quindi nictare; e quanto a nictor di nitor il Forcellini medesimo non la mette in dubbio. Anzi io credo che nicto as sia di niveo solamente, e nictor aris solamente e propriamente di nitor, benché in due luoghi di Plinio trovisi nictari per connivere ec., il che potrebb’essere fallo degli scrivani (e infatti in un di quei luoghi v’é chi legge nictare), e fallo eziandio dello stesso Plinio che confondesse l’uno coll’altro verbo, essendo ambedue antichi e poco al suo tempo usati: nel qual proposito vedi quello che dicono il Perticari nel Trattato degli