Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/242

(866-867-868) pensieri 229



*    Che vuol dire che i cosí detti barbari, o popoli non ancora arrivati se non ad una mezza o anche inferiore civiltà, hanno sempre trionfato de’ popoli civili e del mondo? i persiani, degli assiri inciviliti; i greci de’ persiani già corrotti; i romani, de’ greci giunti al colmo della civiltà; i settentrionali de’ romani nello  (867) stesso caso? anzi che vuol dire che i Romani non furono grandi se non fino a tanto che furono quasi barbari? Vuol dire che tutte le forze dell’uomo sono nella natura e illusioni, che la civiltà, la scienza ec. e l’impotenza sono compagne inseparabili; vuol dire che il fare non è proprio né facoltà che della natura, e non della ragione; e siccome quegli che fa è sempre signore di chi solamente pensa, cosí i popoli o naturali o barbari che si vogliano chiamare saranno sempre signori dei civili, per qualunque motivo e scopo agiscano. Non dubito di pronosticarlo. L’Europa, tutta civilizzata, sarà preda di quei mezzi barbari che la minacciano dai fondi del settentrione; e quando questi di conquistatori diverranno inciviliti, il mondo si tornerà ad equilibrare. Ma, finattanto però che resteranno barbari al mondo, o nazioni nutrite di forti e piene e persuasive e costanti e non ragionate e grandi illusioni, i popoli civili saranno lor preda. Dopo quel tempo, quando à son tour la civiltà, divenuta oggi sí rapida vasta e potente conquistatrice, non avrà piú nulla da conquistare, allora o si tornerà alla barbarie e, se sarà possibile, alla natura per una nuova strada e tutta opposta al naturale, cioè la strada dell’universale corruzione come ne’ bassi tempi, o io non so pronosticare piú oltre quello che si dovrà aspettare. Il mondo allora comincerà un altro andamento, e quasi un’altra essenza ed esistenza (24 marzo 1821).  (868)

*    Quella sentenza, che gli uomini sono sempre i medesimi in tutti i tempi e paesi non è vera se non in